La pizza sopraffina

Oggi c'è la “pizza sopraffina” più buona della margherita, basta cuocerla nel forno a legna... con il ramo giusto!
 
Da tempo canto una musa
dal cognome diffuso
piuttosto famoso,
specie per le pizze,
ma lei è di tutt'altro ramo...
buono per il forno a legna
ed allor anche la pizza,
al pari della musa,
diventa una prelibatezza
tutta da gustare.
 
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La donna speciale

C'è pure qualche donna speciale... ma per vederla ci vuole il cannocchiale!
 
Il decantar la musa
è solo una scusa
per sfuggire alle donne
se da tempo in loro io cerco
qualcosa di speciale
di difficile riscontro.
E così, già dal linguaggio,
mi piace la erre moscia,
se passo poi al viso
mi affascina il sorriso
e in tema di bellezza
adoro la dolcezza.
Questi son requisiti
di una Musa autentica
ma pure di una donna speciale
che, icona esemplare,
non ha copie similari.
A me turba tanto la mente
che la vedo con la fantasia,
me la ritrovo in poesia
ma poi resto isolato
in questa sterile scrittura,
frutto soltanto
dell'ennesima bocciatura
da parte delle donne
che tengo sempre a distanza
ricorrendo ad una musa
con questa solita scusa.
 
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L’artista teatrale

Non sono un uomo di scienza
ma un attore di teatro
e, in crisi ideativa,
con arte insceno
sapienza intellettiva.
Cominciai con le palle
ed entrai nel pallone,
mi diedi al gioco delle carte
e bluffai con i professori
ma quando persi con le donne
mi vennero le follie
indi furono fantasie
ed infin anche poesie.
Lo scompiglio mentale
è tanta esuberanza vitale
e nello scontro verbale
l'anima sempre più urla
alla sua consorella mente...
se cominci davvero ad amare
la vita ti apparirà così bella
che sarà perfin... da giocare.
 
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Il gioco fatale

Di giochi in gioghi... la mia trama vitale per disegno fatale! In tema calcistico (totocalcio e totogol) correvano i tempi del calcio spettacolo con le squadre di Galeone, Zeman e Sacchi!
   
Quando i giochi vanno male
io ripiego sulla morale,
sarà pure per disegno fatale
ma per l'esito letale
divento ancor di più
un misero mortale.
Sono un giocatore nato
perdente sol per fato
ma ancor non mi raccapezzo
se gli occhi addosso
me li mettono quaggiù
mi vengono di lassù
o sono del solito belzebù.
Con un poker di re servito
una donna d'incastro...
tutta nera di picche,
di certo per ripicca,
con una scala reale
mi mandò gambe all'aria.
Al tredici miliardario,
ci pensò, invece,
un uomo in giacca nera
e con un gol fuori orario
mi azzerò l'onorario.
Ripiegai sul totogol,
sui gol a grappoli
ma per disegno divino
il fatal destino
mi sfilò il bottino...
era l'unico otto
ma l'ineluttabile sorte
mi rifilò un fagotto
e mi fece il cappotto.
Adesso, di giochi in gioghi,
la roulette insolvente,
il blak jack insolente
e la bolletta perdente
mi fanno uscir di mente
ma, per mia gran fortuna,
l'anima mi richiama
ed è la sua ispirata scrittura
che infin mi rianima.
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L’ape regina altro che farfallina

Presentar Sanremo
è dura tenzone
ma in nome dell'audience
è solita canzone.
Sui fiori dell'Ariston
un dì si posò anche
una procace farfallina
ma ora c'è l'ape regina.
Non è una fiorentina,
meglio l'argentina,
è molto piccina
e non proprio carina
ma tanto birichina
che fa i suoi scherzetti
a firma Littizzetto
e il tempo di Fazio
diventa uno sfizio.
 
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