L’amor fugace

 

La coscienza morale (rispetto reciproco!) è anche educazione sessuale (donne stuprate e buttate!) in una civiltà d'avanguardia (era spirituale) a salvaguardia di mamme, mogli, sorelle e figlie!

A me, comunque, non è andata bene e sto sempre a lottare...
Con le donne non ho sorte
mi va sempre tutto storto
e per le cotte resto anche solo
senza alcun conforto.
Proprio in virtù di tanto
mia moglie muta
ancor oggi mi appare
come la sibilla di Cuma
mentre la dolce musa,
da Circe novella,
mi ha soltanto stregato
se mi sono innamorato
per sfigata fattura
della sua attempata vettura.
Che triste iattura
con la consorte che fugge
sol se mi vede
e la musa che mi sfugge
appena m'intravede.
Mia Venere divina,
mai sarò Narciso,
ma almeno tu
non mi abbandonar,
il mio esuberante amor
non si può dileguar
e fammelo esitar
in versi evocativi
a mo' di quadri votivi
in eterna memoria
del mio amor loquace
tanto fugace
e pertanto fallace
non certo procace
solo un po' audace...
ma, ahimè, tutto tace
a furia di rimare.
 
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L’amor folle

Da tempo vado matto per una vettura,
è limpida di un candido colore
che a me appare come un bianco candore
e per la sua particolare targa,
son certo, la riconoscerei tra mille.
Appena da lontano l'intravedo
le faccio l'occhiolino con gli abbaglianti
ma pure lei come la padrona al volante
di me non si cura e passa avanti.
Solo quando è sola nel parcheggio
mi permette tutto e, lungi da occhi indiscreti,
si lascia anche con dolcezza accarezzare.
Adesso, però, sempre più io mi domando...
la Musa non sarà mai una megera
se mi ha così davver tanto stregato?
Un dì la presi in prestito mentale
solo allo scopo di diventar poeta
seppur un pensierino ce l'avevo,
ma visto che pure lei è un'arpia
d'ora in avanti mi terrò a distanza.
State certi, però, che per il mio gran canto
un bel dì, di sicuro, mi pagherà il conto.
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Lo specialista del sesso

Non è un componimento autobiografico... purtroppo, ma, in compenso, ho un nipote urologo di classe e specialista del sesso (ospedale Sacco Milano). Per grave falla (madornale fallo... da cartellino rosso!) non gradisce... le mie poesie!
---
Nacqui buffone
e già calciatore
mi ritrovai nel pallone,
divenni poi un esaltato
con il calcio giocato,
sempre avvezzo
ad ogni tipo di scherzo.
---
Da una strana malattia,
una tal encefalopatia,
dapprima provato
indi toccato,
per sorte avversa
fui medico per fato
e, da forzato,
in medicina non mi sono
mai aggiornato.
---
Come medico, pertanto,
specialista di niente,
sono appena decente
per buona coscienza,
valgo davver poco
e non pretendo niente.
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Ma ben fantasticando
alfin di sopravvivere
a troppi patimenti,
per eccelsa trama
sono il pilota dell'anima,
per dolce fato
il poeta dell'amore
e per bontà divina
il cantore della vita.
In virtù di tanto,
se vengo deriso,
me la prendo soltanto
in nome e per conto
dello spirito che rappresento.
---
E così fu per mio nipote,
avvenente urologo
e specialista del sesso
alla scuola di un tal Mirone,
che appena profferì
di non rompergli l'anima
con solite poesie,
non ci vidi più
e d'allor con me
non gioca più.
---
Caro nipote,
io non so scrivere
romanzi d'amore,
non sono all'altezza
di Eco e Ammaniti,
emeriti scrittori
e tuoi autori preferiti.
Tuo zio, purtroppo,
non ha fantasia
ma solo tanta follia,
perché avvezzo allo spirito
e poco incline alla materia.
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Con le mie scritture, però,
d'ora in avanti
mi seguiranno in tanti
sulla scala della conoscenza,
laddove (impara a tacere!)
il corpo è il fantasma della materia
nel grigiore del cogito,
lo spirito è il fantasma del corpo
nello splendore della ragione,
l'anima è il fantasma dello spirito
nel bagliore dell'intelletto,
la Luce è il fantasma dell'anima
nel fulgore della sapienza
e la Verità è il fantasma della luce
nel candore della contemplazione.
---
Da LA LUCE DELL'ANIMA, secondo la profezia 21/12/12 dei Maya (scrivere il bene per leggere il bello e credere il vero!), edito dalle case editrici Montecovello e Medusa. LA LUCE DELL'ANIMA introduce (con le sue scale cognitive) e traduce (con le sue poesie istruttive) l'era spirituale.
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SuperMario, un dna d’autore

 
Le stelle del pallone
sono Pelè e Maradona
ma oggi l'astro splendente,
vero asso vincente,
è Messi del Barcellona.
Dall'Olimpo alle nostre vette
tra lampi, tuoni e saette
ci fu il genio del golden boy,
il sinistro di rombo di tuono,
anche l'urlo di Tardelli
poi vennero i gemelli,
perfino un certo Ravanelli,
ma adesso c'è Balotelli.
Con un tiro al fulmicotone
ha impallinato i teutoni,
mentre con la cresta di gallo,
novello Apollo,
impollinerà tante donzelle.
Sol dei gol v'è certezza...
se non c'è calcioscommesse
e la certa paternità,
per troppa libertà,
reclama la prova del dna.
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Le fantasie dell’ecografia

 
Etimologicamente l'ecografia è “la scrittura dei suoni”, ma con l'estate che incombe e il caldo che avanza (ci sarà pure la piscina con la Pellegrini!) la vedo più come... il canto di una Sirena! A me, comunque, son venute... “le fantasie dell'ecografia” a causa... dell'andropausa e delle tante bocciature!
Con la mente ormai presa
e il pensiero sempre più teso
tra l'incanto di una Musa
e il canto di una Sirena,
con la medicina, ahimè,
non mi raccapezzo più e,
così, per migliorarla
mi son dato all'ecografia
ma, per disegno fatale,
anche qui c'è un segnale
che davver tanto m'ispira.
Se la poesia traduce
il canto di una sirena,
l'ecografia trasduce
il suono di una sonda
che il cuore scandisce
e all'istante lo rifrange
in una buia immagine
mentre per ben altri versi
la poesia il buio infrange
con un'immagine di luce.
Organi e tessuti umani,
un tempo molto riservati,
hanno naturale resistenza,
che dicesi impedenza
e che loro conferisce
diversa luminosità,
ma con i tempi correnti
c'è soltanto oscurità...
e siamo in campo ecografico.
Pertanto dalle onde sonore,
in poesia son canore,
sul grigiore di uno sfondo
puoi ben differenziar
immagini bianconere,
non certo iuventine,
dal color bianco iperecogeno
delle strutture solide
al color nero anecogeno
dei composti liquidi.
Da gran profano inizio
con la scansione addominale,
longitudinale e trasversale,
ma vedo solo tante ombre,
nere, brune e bionde,
pertanto non vedo niente,
metto allora gli occhiali
e così non ci capisco niente.
La tensione mi stimola
solo le vie urinarie
e qui è provvidenziale
il pronto intervento
della dolce docente,
seppur del buio insegnante,
che tra tante ombre,
a suo dire, mi evidenzia
la complessa struttura renale,
una formazione ovalare
dalla periferia corticale
all'intermedia midollare
a convogliar le acque
al bacinetto centrale
e se si rinvengono... nitriti
sarà un rene a ferro di cavallo.
Appena più sopra sorge
la milza a semiluna
che talora si erge
anch'essa a ferro di cavallo
per scongiurar le insidie
di un viscido serpente,
quel fantomatico pancreas
che mai ritrovi dalla testa
al corpo sino alla coda.
Siamo arrivati alla scansione
dell'architettura epatica e,
se ti va, qui puoi anche giocar
con la pallina iperecogena
dell'angioma vascolare
e con la palluccia ipoecogena
del carcinoma virale
o addirittura andare in fantasia
per volare con le sovraepatiche
sempre più alto ad ali di gabbiano.
Qui si conclude il mio esame
con la solita bocciatura,
perché è il tripode celiaco
l'immagine vasale a volo di gabbiani
mentre io ancora una volta,
al cospetto di una musa docente,
sono entrato in follia epatica
e devo curarmi la mente
per non ricadere nuovamente
in quella fatale encefalopatia,
fatidica malattia,
che solo a me regala poesie.
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