Anche i virus hanno un core

   
Le Muse hanno il compito di ispirare e, pertanto, non hanno un cuore per amare!
 
Musa ammaliatrice,
a te neanche i virus
resistono più
e tra loro c'è pure
chi ha un core,
quello che non hai tu.
 
Nel nostro incontro fatale
galeotto fu il virus
dell'epatite B
che ben mi delineasti
nella sua complessa struttura,
dall'involucro australe
a quel core ingrato,
invalicabile presidio
del genoma vitale.
 
Da qui mi innamorai
della particella di Dane,
fatal unità virale
talor anche ferale
e da quel giorno per me
non ci fu sonno avante.
 
A me tanto piaceva il mare
su cui di giorno remare,
mentre mi ritrovo di notte
con versi da rimare
e per le tue poesie
c'è sempre da limare,
o Musa imbonitrice,
perfin di virus guaritrice
insieme al tuo santo protettor
già in odor di santità.
 
Ben riflettendo, però,
nonostante le poesie,
a me di te non resta
che solo con me non parli,
neanche di medicina
quando sempre io agogno
lezioni di epatologia,
mentre tu, riservata,
di me ancor ti vergogni.
 
Eppur vero che
sono un generalista
in niente specialista
ma, grazie a Te,
vorrei tanto diventare
un bravo ecografista,
tuo allievo prediletto,
anche se in tua presenza
non certo mi diletto perché
son sempre tutto tremante,
ma stai certa
non sarò il tuo amante.
 
E poi non sono Dante,
non mi chiamo Paolo
e tu non sei Francesca.
Io sono solo Franco,
seppur Francescoandrea,
che da tempo sogna
l'ecografia clinica
per illuminare, così,
la materna encefalopatia,
vera responsabile
di tante mie follie.
 
Tu, invece,
mia dolce visione,
con sublime grazia
ed eccelsa leggiadria,
per gentil concessione
in prestito mentale,
neanche oso toccarti
per non contaminarti,
mi hai già regalato,
con la tua presenza,
solo belle poesie
che mi ripagano
di tante traversie
e così non mi stancherò
mai più di contemplarti.
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Alla Musa caduta in ambulanza

 
Se tra il Foscolo e il sottoscritto c'è l'abisso, tra la Musa antica (nobildonna g/vese), caduta da cavallo e la Musa moderna (nobildonna g/nese), caduta in ambulanza, la classe è la stessa.
A me restano gli auguri di pronta guarigione...sperando sempre di non essere invadente!
 
Fu un freno scriteriato
per improvvisa frenata
a farti precipitar giù
su una squallida ambulanza
dove in veste candida
di donna sublime
e in camice bianco
di medico di guardia,
da sirena spietata
e non a sirene spiegate,
lenivi la sofferenza
di un povero ammalato
con la tua dolce presenza.
Per trauma cervicale
d'allor ti gira la testa
ma certamente mai
come me la fai girar tu.
E' giunto allora il tempo,
mia Musa altolocata,
che tu mi ti conceda,
o meglio, non fraintendere,
sono un moralista convinto
ma dal bello vinto,
concedimi almeno
un istante di ascolto
solo per gli auguri
di pronta guarigione.
Dopo i tuoi primi passi
in pronto soccorso
adesso è in medicina
che necessita la tua presenza se,
con disarmante grazia
ed eccelsa leggiadria,
addomestichi finanche
il virus dell'epatite B.
Sarà, però, l'ecografia clinica
a consacrar la tua docenza
sicché d'ora in avanti
la diagnosi critica,
un dì di natura incerta,
grazie a Te, son certo,
non esisterà più.
 
 
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Il figliuol trota

O Renzo,
rampollo nascente dalle acque piovane,
per elevarti al cielo da cima padana
impara l'italiano e “ ‘o sole mio” ti libererà
dalla nebbia mentale e farà emergere,
dalla palude culturale, un novello Renzo
(se lo sogna il Tramaglino!) che,
insieme a Balotelli, strazierà finanche i cuor!
Povero Manzoni, grande lombardo
e padre dell'italica lingua,
che brutta fine con il senatur
(polenton con i terron sui coglion,
sua solita canzon!), padre del trota,
delfino rampante, astro emergente
e ereditario leader della verde padania,
altro che Italia!
Da tempo, però, il gran lombard,
in preda al vino e all'encefalopatia,
è fuori di mente e considera gli italioti,
suoi compatrioti, tutti emeriti idioti!
Allora i Grandi d'Italia,
da Dante a Cavour, da Mazzini a Garibaldi,
rivoltandosi nelle sacre tombe,
con le anime insorgono,
risorgono (sono il loro referente)
e mi pregano di intervenir
con i miei occhi cerulei.
Da pilota dell'anima e medico cosciente,
mai lo farò, rinsavirà con la mia catartica
cura di purghe e clisteri a iosa, sicché,
finanche liberi della sua immagine
(scempio televisivo) per la cacarella,
vivremo tutti finalmente liberi
e contenti sulla nostra amata terra,
patria dei Grandi, viva l'Italia!
   
Dalla mia pubblicazione del 2010 "E' tempo di Silviade e del Senatur"...non ha portato fortuna a nessuno dei due!
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Il “franco” napoletano al G20 di Cannes

Grazie a Te, dolce Musa e sublime Poesia, da scrittore del dolore son diventato poeta dell'amore. Mi firmerò il “franco” napoletano, altro che svizzero per non parlar del francese, nonostante Nicolas Sarkozy, qui aujourd'hui a Cannes et da maintenant sin a demain in sol due jour ècrive l'histoire de la brutte epoque. Ma si Carlà s' mette a cantà si farà nuit fondà e le spettacle de la gran famme o de la premier dame durerà sin après demain. Da franco napoletano con marchio doc, per le valute scadute con pessime vedute, d'ora in poi sarò più quotato della sterlina inglese, del fiorino olandese e della corona danese mentre a me piace tanto la corona svedese, pur sognando una bella svedese, ma ancor mi terrorizza una vichinga finlandese e rimango sempre goloso della cuccagna svedese.
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IL MEDICO PER CASO

Medico sol per fato,
da folle predestinato,
per un mestier forzato
fui davver tanto provato
e infin, anche toccato,
mi ritrovai malato
con un bipolar montato.
---
Medice, cura te ipsum,
antico salutar presidio,
inver così mi curai
per una medicina scadente
con tanti falsi docenti
che, orchestrata dai politici,
è un coro di ciarlatani.
---
Almen dal canto mio,
per non esser sbugiardato
proprio dalla mia gente
come medico insipiente,
lontano me ne andai
a prescrivere ricette specialistiche
ed in una finanche trovai
l'incanto della vita.
---
Con queste referenze,
per la mia scarsa valenza,
in medicina non valgo una lira
né mai la pretendo,
ma sulla sua consistenza
con la mia vera coscienza
ho stilato una scala
su cui perfin campeggia
sia la plusvalenza di nomi altisonanti
che l'intraprendenza di presunti scienziati,
ma anche l'incompetenza di faccendieri
nonché la noncuranza di sfaccendati
ed infin la chiaroveggenza
di stregoni e arpie,
medici a spillo proprio a mò di squillo.
---
Or sulle mie dolenti note,
per diagnosi e terapie
sempre più teso
e tra follie, fantasie e malattie
ancor più conteso,
da tempo a me vengon solo poesie
sì che, dopo striduli lamenti
per patologie latenti,
finalmente trovo pace
e la mente alfin
s'acquieta dopo svariate manie
ma poi sempre ricade in psicopatie
laddove mi ritrovo l'anima
la mia vera malattia.
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