La dolce terapia

Una musa per medicina
risolve la terapia
con l'effetto farmacologico
di una fiala di cortisone...
allevia i dolori
per l'ispirazione,
alleggerisce la materia
per decalcificazione
e mette di buonumore
per l'euforia.
Passi, pertanto,
dalla depressione alla passione
di follia in poesia
e dal dolor del canto
sboccia l'amor d'incanto.
Te la prescrivo...
non certo la mia!
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L’intesa sensuale

 
Per l'intesa sensuale, a parte l'udito (che melodia) e mettendo da parte tatto, gusto e olfatto, a me basta la sua vista e così... si diventa folli e cotti!
La cotta... inebriante follia (poesia) dell'anima in poesia (follia) sognando ad occhi aperti!
 
Quando ti fermerai
e mi farai parlare,
solo allora ti libererai
dell'assillante tormento
delle mie insane poesie.
Stai certa, però,
che se ti sfiorerò,
giammai ti toccherò
per non farti del male
da spirito vitale
e la nostra intesa,
seppur sensuale,
sarà come volare.
Ci seguirà, pertanto,
uno stormo di uccelli
e, tra ali e voli,
suoni e canti,
in tanta sinfonia...
assordante cinguettio,
altro che melodia,
maledirai quel dì
che mi hai conosciuto.
 
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L’inebriante follia

Musa mia fugace,
fermati un momento
per un solo istante,
ti voglio dire,
in tre secondi di fila,
tre parole consecutive
davvero importanti
e così rassicuranti
da farti ricredere
sulla mia presunta follia...
siam proprio noi due
i moderni amanti
di questa nuova era
che sarà illuminante.
Seppur sempre distanti,
è il pensier in versi
che ci lega con la fantasia
in chiara armonia
con Beatrice e Dante
e con Laura e Petrarca,
ma la loro è poesia,
la nostra solo mania.
Mi spinsi a tanto
per uno spirito rinato
in una mente andata,
ancor oggi sbandata
se la sua materia grigia,
gran privilegio
e talor sortilegio,
si bea di rime baciate
facendomi apparir
il solito esaltato
mentre sono solo
un povero malato
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L’insana poesia

Quando ti sono vicino
sembro un cretino,
senza mai darmi ascolto
mi fai sembrare uno stolto,
così la mente si fredda,
la lingua si blocca
e nello stesso istante
sei già andata via.
Quando son solo,
invece, sei inclemente,
perfino invadente
e molto esigente...
mi tormenti di notte
e mi assilli di giorno
perché da me pretendi
scritture in versi
solo in rime baciate
ed io, a questo punto,
già fuori di testa,
per l'intera giornata
con tanto ingegno
ancor più m'impegno
alfin d'afferrarti
per non farti andar via
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La poesia doc

Un dì fu proprio Apollo a lanciarmi, con il suo arco fatale, la freccia mortale che mi centrò il cuore ispirandomi “La Poesia”...
 
Dolce Musa,
dal vivo, de visu e in voce,
sei immagine inebriante,
visione illuminante
e melodia estasiante.
Che spettacolo affascinante,
sei scenario da paradiso!
Mi rigenerasti l'anima
e colpo presi
ma contro ti tesi
agguato immortale.
Sublime amore,
da sempre sognato
e tanto agognato,
il dì del sempre,
già in dolce attesa,
per sempre saremo
e insieme vivremo
da eterni amanti
 
che è tutt'altra cosa rispetto a “la poesia doc” ...
 
Sulle ali della scrittura
vola la cultura,
siam tutti scrittori,
da attori a presentatori
con perfin i calciatori,
ma se si mettono pure
i nostri cari professori,
a pagare il fio
restano i poveri lettori.
Un dì il mitico Apollo,
grazie alle sue Muse,
ti consacrava cantore,
oggi a consacrarti poeta
ci pensa un tal Pecora 
che ti prende per pollo.
Basta, infatti, il pedaggio
di una misera moneta
per menar vanto
di esser anche tu
collega del conte Giacomo e
di Francesco Petrarca.
Ed è in virtù di tanto che,
seppur non esci in tv,
il poeta contemporaneo
sei proprio tu.
 
Il mondo in diretta, ormai, lo si vive su internet e, con Berlusconi a dominare lo scenario politico e Balotelli quello calcistico (Belen te la ritrovi nel letto!), adesso in campo letterario c'è Elio Pecora che te lo ritrovi dovunque (anche su Radio Uno e Uno mattina) a pubblicizzare la poesia “Per il verso giusto”.
C'è, però, il particolare che ti costa un euro a verso e con un massimo di 190 versi ti concede l'onore, a parte l'onere dei 180 euro con lo sconto, di consacrarti poeta contemporaneo insieme ad altri polli (povero Apollo) su di una antologia che per la sua pochezza (95 pagine edite da Pagine...meglio le pagine gialle!) non può definirsi neanche libro.
Pecora è nato a Sant'Arsenio (io sono di Sant'Anastasia, il paese della Madonna dell'Arco, a poca distanza) ed è figlio di Arsenio, ma è la brutta copia di Arsenio Lupin, ladro gentiluomo, perché prende nella rete, purtroppo, tanti giovani e la poesia non può subire l'onta di illudere e deludere tanta bella gioventù.
Da parte mia la fregatura me la merito perché da mariuolo nato (facevo anche gol di rapina) mi son fatto fregare dal ladro (neanche bello a vedere) per colpa di quel mio benedetto disturbo bipolare che, in piena maniacale, mi fa finanche ritenere il più grande poeta italiano! In virtù di tanto ambisco a vincere il Nobel della poesia (altro che letteratura!), in quanto questa rappresenta una scrittura più elaborata da raffinare in versi ed armonizzare in rime.
Tornando, però, con i piedi per terra grazie alle giuste medicine, ancor mi brucia la fregatura che è cominciata con l'invio a Poeti poesia (su wikipedia si legge: rivista internazionale diretta da Elio Pecora) di una mia poesia dal titolo (l'amore dell'anima) che non è poi così banale...
 
Quando l'amor prende
l'anima s'accende,
uno spirito invadente
m'illumina la mente
e proprio all'istante
un pensier lucente
in versi risplende.
Se tanto il cuor seduce
e il bello traduce
allora si forma
una condensa di luce
che in alto mi conduce
tra le stelle del creato
e la buia mente
divien volta stellata
di luce firmata.
L'anima è amore,
coscienza solare
e il suo mantello alare
sempre più mi fa volare
di follia in poesia
a spasso per l'universo
 
tanto da esser contattato telefonicamente da una voce femminile che tesseva lodi a questa poesia (e ne aveva ben donde!) ed io, da solito affarista perdente, pensando al 1° premio di 500 euro mi sono buttato a capofitto nell'affare, nonostante i 190 euro da pagare subito (il corriere è arrivato nel giro di un paio di giorni con un libro in omaggio!) per il concorso e per l'inserimento delle mie poesie nell'antologia letteraria.
Comunque, soldi (buttati) a parte, la molla di questa scrittura è scattata per l'umiliazione subita con la mia poesia che non si è classificata neanche trentesima... altro che Nobel!
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