IL CONFLITTO DELL’ANIMA

Che grande caos
in questa mia povera testa
quando mi ritrovo solo,
è un continuo vociferar
con vero e proprio botta e risposta
tra mente e coscienza,
prigioniere dell’anima nel mio profondo.
Se questo baccano succede di notte,
perché anche nel sonno
spesso non mi dan pace,
mi costringono a buttarmi dal letto
per ascoltar le loro assurde ragioni:
smettetela una buona volta e
la notte almeno fatemi riposar!
Da una vita faccio il medico
solo per grande amore,
pensate un po’ che cattiveria:
non sopportavo più mia madre
per troppi lamenti e di contro
mio padre, semplicemente con serenità
soffrendo, con la sua dipartita
mi pervase d’amor tutto il profondo:
Papà, la forza del tuo amore
ha pervaso di te il nostro cuore,
vivi sempre con noi...”.
Il mio difetto nella scienza
varca il limite degli abissi,
ma grande mia coscienza
se me lo rinfacci ogni momento
mi spingi a bestemmiar,
ma cosa vuoi da me
se mai mi va di tanto studiar?
E lasciami finalmente vivere come
più mi va, la tua grave morbosità
per profonda sensibilità
mi ha rovinato l’esistenza.
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LA DIMORA DELL’ANIMA

Quando alfin il cuor si ferma
con i suoi battiti incessanti,
qui inizia il ritorno dell’anima
con un viaggio inebriante
dalla sua casa di vacanza
in quel corpo strabiliante
tra le mirabilie della natura.
All’istante si compatta
(che spettacolo impressionante!)
in una splendida pallina
dai colori sempre cangianti
con un nucleo bianco lucente
dal contorno rosso fuoco
e all’infuori giallo oro.
Nella sua effimera caduca essenza
dove dimora solo del tempo
tanti e tanti si son sempre dannati
alla scoperta del suo introvabile sito.
Con dimensioni irrilevanti
sempre a forma di microsferette,
invisibile viaggia in costante compagnia
di bianche particelle e rosse
con una sua schiera rilevante.
Essendo eterea la sua sostanza,
mai vi sarà rilevamento alcuno
con tanti vostri accurati esami,
adatti solo a svelar materia.
Col torrente circolatorio
sono andata per ogni dove
dando ovunque mia presenza.
Dalla valle del vostro pascolo
risalendo la grande porta
nel filtro epatico mi soffermavo
per acquisir candor limpido lucente,
nucleo centrale della mia essenza.
Continuando poi questo percorso
per la cava indi arrivavo
alla vostra forte pompa e,
al centro del vostro petto,
sugli alveoli mi posavo per uno scambio
così importante da assumere
color rosso fuoco ardente.
Da coscienza passando ad amore
tutto il corpo pervadevo
con i miei brividi scuotenti
per così tante e forti emozioni.
Di passaggio di nuovo al cuore
verso l’alto me ne andavo
arrivando a un immenso monte
dagli anfratti sempre oscuri
con tanti sempre verdi arbusti
tra di lor ben collegati.
Qui ridavo loro luce
così cangiando il mio colore
dal rosso fuoco al giallo oro.
Or che mente diventavo
dirigevo con gran maestria
quell’orchestra così complessa
che solo i miei ordini rispettava.
Ripetendo questo circuito
vita natural durante
vi ho dato coscienza, amore e mente,
distinguendovi da ogni forma vivente
e preparandovi in conseguenza
alle delizie della vivida vita per sempre.
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L’UMANA COMMEDIA

L’animo umano,
perenne campo di battaglia
di interiori forze clandestine
per il quotidiano folle scontro
tra spirito e materia,
primordial alito vitale
e polvere condensata,
realizza in ognuno di noi
l’umana commedia che ha così luogo
istante dopo istante
all’interno delle nostre anime,
teatro di grandi eventi,
spesso nel segno dell’arte
ma anche rabbrividenti.
È proprio qui, nel più profondo io
dove ha sede la vera coscienza,
da sempre in filo diretto
con la sua eterna fonte,
che da sempre germogliano
quei momenti della nostra anima
che noi chiamiamo sentimenti,
che possono esser belli e puri
con tanta bontà, carità e pietà,
ma anche contaminati
come risentimenti e rancori,
e infin tra loro in conflitto,
se da antico tempo
si è sempre parlato di amore e di odio
all’unisono cantati.
Miscelando materia
con questi momenti della vita interiore,
ecco d’incanto affiorar i fantasmi
del nostro io profondo
in sembianze di belve feroci,
le famigerate gemelle,
invidia e gelosia, sempre presenti,
seppur nascoste e ben acquattate
in reconditi meandri al riparo della luce,
resistendo finanche alle fitte
e copiose piogge dei turbamenti,
lacrime dei sentimenti
e al colmo della cattiveria
resistendo senza fiato immerse così
nei densi umori di affetti ed emozioni,
senza pietà alcuna
anche ad estreme passioni.
Questo è lo scenario
di un regno ignoto,
sede delle anime,
da sempre ricercato
da scienziati e filosofi...
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SOGNANDO IL FUTURO

Allorquando al mondo faremo,
pur nel nostro piccolo,
dal ristretto ambito familiare
ai governanti della terra,
spontaneamente con dolcezza
per la gioia del nostro spirito,
opere di bontà nei confronti
dei più deboli (persone affamate,
afflitte, perseguitate, bisognose
di ogni tipo d’aiuto), d’improvviso
si colmerà e all’istante si calmerà
quella tempestosa turbolenza
gravitante sulle nostre coscienze
col nefasto rischio di spazzarle via
mettendo a repentaglio la vita del mondo.
 
Solo così, d’incanto, la vita rifiorirà
su questa devastata terra,
realizzando all’istante il miracolo
del paradiso terrestre, una volta scacciato
per sempre il male, fantasticando
così ad occhi aperti il bene sull’ormai
luminosa maestra strada dell'amore
dopo quel lungo estenuante percorso
nei tenebrosi meandri del cervello
dove l’anima con la sua luce
ti dona la scienza, indi nell'inebriante
gimcana del cuore con le sue vertiginose
altezze ti dona l’arte e infine con l'arrivo
nell'intricato crocevia del fegato,
in questa strabiliante fucina,
la catarsi umorale le ridarà
la sua mera coscienza,
purificando così l’inafferrabile anima.
 
Inseguendo la sua luminosa scia
a debita distanza, bisogna tener
sempre carattere ed equilibrio
ben saldi, tanto da non sprofondare,
impazzendo per effimera gioia,
nel precipizio dell’umana vanagloria.
 
Questa pura immortale anima,
sotto svariate e mentite spoglie
per l’inaccessibile sua grandezza,
vaga quotidianamente
sulla stupenda impalcatura della terra,
sempre più teatrino terreno
di raccapricciante commedia
e per divina volontà, lasciando
il protettivo dono corporale
con le sue umane debolezze
e varcando i confini dei cieli,
serafica si compatta all’infinito,
nell'incommensurabile dono
dell’immortalità per glorificare
in eterno il nome di Dio.
 
Questo fantastico svago mentale
è interrotto dalla inesorabile sveglia,
che riporta la normalità
dando il benvenuto al giorno che verrà
e, anche se a fatica,
occorre abbandonare la pigrizia
del piacevole tepore del letto
e riprendere con umiltà il sacrosanto
lavoro per il pane quotidiano,
pregando il buon Dio di preservarci dal male,
da ogni umana tentazione e di farci
vivere la giornata in serena spiritualità
con il rispetto e nel rispetto di tutti,
in modo da riacquistare la nostra dignità
e cancellare per sempre
la catastrofe mentale dei tempi che viviamo.
 
Se, infine, per un attimo di sana riflessione
ad occhi spalancati con temporaneo
blackout di radio e televisori,
giornali, computer e telefonini,
rallentiamo solo un istante
questo ossessionante ritmo di vita quotidiana,
gusteremo nuovamente l’intramontabile
bellezza della natura con le sue meraviglie.
 
Ed ecco di nuovo l'incanto della vita
dal vivo con le sue dolci parole
nella semplicità e nel silenzio
della quiete mentale per pace interiore,
perché questo esasperato progresso
nel segno dello sfrenato consumismo
non deve trasformarsi in regresso
delle civili società con il sogno
irreprimibile di un solo e pacifico
stato per tutta l’umanità.
 
La lingua universale sarà l’inossidabile,
ritemprante religione dell’amore
a tutti comprensibile, anche ai muti,
ai ciechi, ai sordi e una volta liberi
(da assurde superstizioni, usanze,
credenze, magie e altro ancora,
ormai abbiamo superato ogni limite
e siamo al pari di una mandria sfrenata,
che ha sfondato ogni sorta di steccato!)
ricominciamo tutto daccapo.
 
Immettiamoci allora, insieme e
per sempre - cantando la quotidiana
e viva preghiera di sorrisi e carezze,
baci e abbracci, amorevoli “schiaffetti”,
tenere pacche sulle spalle
e scherzosi monosillabi parlanti -
sull’unica vera strada del mondo,
quella del bene imperante
che ci farà tornare fratelli
ed insieme ci porterà
in quell’immenso stadio
dell’accogliente paradiso,
con spalti acclamanti e stracolmi
dei nostri comuni avi,
per ricevere tutti sul celeste podio,
sotto la stessa bandiera
e al commovente inno della patria terrena,
la medaglia d’oro della vita eterna.
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