Il mito della biga alata: la metafora dell'anima tripartita
L'anima è paragonata a una biga alata con l'auriga (anima razionale) alle prese con un cavallo bianco (anima irascibile) intento a perseguire gli ideali del bene (le virtù) verso l'alto (l'iperuranio) e un cavallo nero (anima concupiscibile) intento ad inseguire le passioni terrene (voglie) verso il basso (la terra).
Dagli antichi carri alle moderne vetture, dalla biga alata si passa alla fiammante monoposto:
-l'anima è la fiammante monoposto pilotata dalla mente, alimentata dall'amore e illuminata dalla coscienza.
L'anima tripartita rappresenta il quotidiano conflitto interiore del nostro io profondo (coscienza) dibattuto tra pensiero altruistico (la luce dell'amore/anima) alla ricerca del bene e del bello e pensiero egoistico (il buio della propria ragione/mente) alle prese con vizi, voglie e passioni terrene.
Ed è proprio il pensiero (scintilla d'impatto tra spirito e materia) a far da sinapsi (congiunzione) tra mente (sistema nervoso) ed anima (sistema spirituale), terribili gemelle del nostro io profondo:
-Sistema nervoso (mente)
-Pensiero: vigile/cogito, razionale/ragione, sciente/intelletto, illuminato/sapienza, estatico/contemplazione=scala della conoscenza
-Sistema spirituale (anima)
Da questo schema si evince che è la qualità del pensiero (da acquisire grazie al presidio della cultura) a farci volare alto verso la luce de “La Verità”:
E' la certezza che Dio esiste
con la coscienza (Socrate)
dell'amore (Platone)
nella mente (Aristotele),
pensier dell'amor nel subconscio,
sicura fede (Sant'Agostino)
ed anima immortale (San Paolo)
che mette in scena la vita
con una commedia infinita (Dante)
tra luci ed ombre quaggiù (purgatorio),
soltanto buio laggiù (inferno)
ma tanto Sole lassù (paradiso).
La Verità, pertanto, è anche un'acquisizione culturale da Filosofi, Santi e Sommo Poeta e tramanda l'amore di GENI (Dna)... tori in figli in nipoti per GENE (codice genetico)... razione agli albori di questo nuovo millennio dove ci sarà selezione morale (culturale e comportamentale)!
E l'uomo, con l'acquisizione della corteccia illuminata (sistema spirituale) dalla materia grigia (sistema nervoso), divenne un'anima vivente (Dio il Signore formò l'uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l'uomo divenne un'anima vivente) sul paradiso terrestre.
Allo scopo di acquisire l'anima dopo la versione gran premio (la fiammante monoposto, pilotata dalla mente, alimentata dall'amore e illuminata dalla coscienza) ecco altre sue versioni:
1- versione letteraria: l'anima è certezza di esistere, consapevolezza di amare ed eleganza di vivere con la coscienza morale.
2-versione filosofica. L'anima è triplice coscienza: vigile (cogito ergo sum), consapevole (amo e sempre sarò) e morale (gnothi sautòn).
In preda alle malattie epatiche dei miei genitori...
nel rinvenire alla vitami diagnosticai una fallache, tra pensieri folli,la mente mi spegnea...
di poi preso dai giochi...
nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai in una selva oscura
ché la diritta via era smarrita...
mi ritrovai da solo senza più famiglia...
solo e pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi e lenti
e gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio uman l'arena stampi...
e con la prematura dipartita di mio fratello Mario, con cui condividevo l'amore per... i giochi...
e prego anch'io ne tuo porto quiete.
Questo di tanta speme oggi mi resta!
entrai in severa depressione. Nel buio dell'anima e nel vuoto della mente il tempo non passava mai e divenne così un macigno insormontabile.
Ma poi mi sovvenne Platone che, in virtù della sua carica di amore spirituale, mi colmò quella profonda depressione morale in cui ero sprofondato per farmi ritornare in vita e rivivere la vita nella maniera più congeniale. Mi vidi proprio come il prigioniero della sua caverna che, libero dalle catene e in groppa al cavallo bianco, tenendo finalmente ben salde le redini, volò lassù in alto nel mondo delle idee e degli ideali e...
così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare...
"la bellezza brillava allora in tutta luce, quando nella beata schiera ne godevamo la beatifica visione... e la celebravamo integri ed inesperti dei mali che in seguito ci avrebbero atteso, in misterica contemplazione di integre e semplici, immobili e venerabili forme, immersi in una luce pura, noi stessi puri e privi di questa tomba che ora ci portiamo in giro col nome di corpo, imprigionati in esso come un’ostrica ...
Ora, la bellezza, come s’è detto, splendeva di vera luce lassú fra quelle essenze, e anche [d] dopo la nostra discesa quaggiú l’abbiamo afferrata con il piú luminoso dei nostri sensi, luminosa e risplendente. Perché la vista è il piú acuto dei sensi permessi al nostro corpo …
Cosí solo la bellezza sortí questo privilegio di essere la piú percepibile dai sensi e la piú amabile di tutte. Chi pertanto [e] ha una lontana iniziazione o è già corrotto non può rapidamente elevarsi da questo mondo a contemplare la bellezza in sé di lassú, col mettersi a guardare ciò che qui in terra si chiama bello; cosicché egli la riguarda senza venerazione e, arrendendosi al piacere, come una bestia, si lancia a seminare figlioli, o abbandonatosi agli eccessi non prova timore né vergogna a perseguire piaceri contro [251 a] natura. Ma chi sia iniziato di fresco e abbia goduto di lunga visione lassú, quando scorga un volto d’apparenza divina, o una qualche forma corporea che ben riproduca la bellezza, súbito rabbrividisce e lo colgono di quegli smarrimenti di allora, e poi rimirando questa bellezza la venera come divina e se non temesse d’esser giudicato del tutto impazzito, sacrificherebbe al suo amore come a un’immagine di un dio. E rimirandolo, come avviene quando il brivido cede, gli subentra un sudore e un’accensione [b] insolita: perché man mano che gli occhi assorbono l’effluvio di bellezza, egli s’accende...
Ma riassalendola il ricordo della bellezza, ringioisce. Cosí sovrapponendosi questi due sentimenti, l’anima se ne sta smarrita per la stranezza della sua condizione e, non sapendo che fare, smania e fuor di sé non trova sonno di notte né riposo di giorno, ma corre anela là dove spera di poter rimirare colui che possiede la bellezza. E appena l’ha riguardato, invasa dall’onda del desiderio amoroso, le si sciolgono i canali ostruiti: essa prende respiro, si riposa delle trafitture e degli affanni, e di nuovo gode, per il momento almeno, questo soavissimo piacere. Ed è cosí che non si staccherebbe mai dalla bellezza e che la tiene cara piú di tutte..."
Da “L'idea del Bello e la dialettica dell'amore” (Il Fedro di Platone)
Sull'ordine della materia e del cosmo bisogna partire da Democrito “padre della fisica”, allievo di Leucippo, a sua volta padre dell'atomismo le cui maggiori opere “La grande cosmologia” (ordinamento degli astri) e “Dell'intelletto” anticipano le leggi fisiche del cosmo.
Democrito per il suo materialismo (anche l'anima era un aggregato di atomi) fu avversato da Platone (nella sua Accademia era proibito finanche pronunciare il suo nome!) e poi dall'intransigente Sommo Poeta che lo mise all'inferno (colui che il mondo a caso pone), sebbene la sua filosofia non fosse solo arido materialismo ma s'imperniasse pure sulla morale (rispetto di sé stesso e degli altri) e fosse alla costante ricerca della felicità contro ogni paura per raggiungere la serenità d'animo.
In contrapposizione al pessimismo di Eraclito (il filosofo del pianto) Democrito viene ricordato come il filosofo del riso ed anticipa la filosofia epicurea del piacere (sommo bene) sulla via dell'atarassia (serenità d'animo) per sconfiggere la paura della morte e degli dei.
A perfezionare l'atomismo di Leucippo e Democrito ci penserà poi Epicuro che dà agli atomi peso, movimento verticale e deviazione (clinamen) per spiegare l'aggregazione della materia, mentre, in riferimento al piacere stabile (catastematico) per vincere la paura, si pone sulla traccia di Aristippo (piacere immediato della scuola cirenaica ad anticipare il carpe diem), allievo di Socrate meno famoso al pari di Antistene (scuola cinica e precursore dello stoicismo).
Epicuro ebbe l'onore di esser cantato (il sole che oscura le stelle!) dal più grande poeta-filosofo latino, quel Lucrezio avversato dai suoi contemporanei (l'epicureismo non era ben visto a Roma) e poi dalla chiesa (vedi San Girolamo), al punto che non ci sono pervenute notizie biografiche, a parte il rilievo di avere l'” insania” (presunta pazzia) che addirittura lo avrebbe portato al suicidio.
La filosofia di Lucrezio, invece, con la sua ratio a squarciare le tenebre contro la religio (intesa come superstizione che offusca le menti), anticipa il metodo scientifico di Galileo anch'egli in lotta con la filosofia aristotelica e le sacre scritture per far trionfare la scienza.
Sulla direttiva Leucippo-Democrito-Epicuro-Lucrezio il materialismo fu poi inquadrato nelle sue leggi universali a partire dalla rivoluzione copernicana fino alla relatività generale di Einstein con il particolare, però, che neanche a questo mostro di intelligenza tornarono i conti sulla materia.
Infatti fu costretto a introdurre la costante cosmologica (errore madornale a suo stesso dire) per correggere la teoria della relatività generale e la sua curvatura spaziotempo è, certamente, la genuflessione della mente eccelsa al cospetto della Mente Suprema!
Senza ombra di dubbio nello spazio è presente energia del vuoto o energia oscura (spirituale?) in relazione alla materia oscura e, con un po' di umiltà e la giusta ispirazione, bisognerebbe ricorrere al Creatore di tutte le cose visibili e invisibili, fermo restante che la stessa umanità è una particolare miscela spirito-materia per cui i conti sulla materia non potranno mai tornare!
In conclusione come abbiamo già evidenziato (repetita iuvant) le leggi fisiche dell'universo si possono così sintetizzare:
la Terra gira intorno al sole (teoria eliocentrica di COPERNICO) descrivendo orbite ellittiche (leggi di KEPLERO) per la forza gravitazionale (legge di gravitazione universale di NEWTON) in funzione della massa (principio di inerzia di GALILEO) a curvare spazio e tempo (relatività generale di EINSTEIN) con la famosa equazione fisica E=mc2 a stabilire la relazione tra energia (E) e massa (m), dove c2 è la velocità della luce (300.000 km/sec) al quadrato.
Adesso per calcolare l'energia della materia oscura ne passerà del tempo! A tal uopo, da apripista dei calcoli sulla spiritualità, anch'io da squilibrato o esaltato (uno è per me diecimila, se è il migliore-Eraclito!) mi sono inventato qualcosa come la cellula e il sistema spirituale: i confini dell'anima non li potrai mai trovare...così profondo è il suo logos-Eraclito! E all'equazione materiale di Einstein, pertanto, contrappongo il mio COEFFICIENTE ETICO (o morale) per risvegliare la morale!
E' un numero (CE-scala da 0 a 100) che è equivalente al quoziente tra amore spirituale e amore fisico (AS/AF con scala da 0 a 100) moltiplicato il gradiente della coscienza (GC-scala da 0 a 10) ovvero tradotto in formula si ha:
CE=AS/AF x GC
Il suo massimo valore di 100 non è poi così difficile da raggiungere (questionari da compilare), posto 100 di amore spirituale (è il giusto valore da attribuire a chi si innamora veramente) con 10 di amore fisico (già è tanto!) e 10 di coscienza morale secondo questo calcolo ideale:
CE=100/10 x 10=100
In tempi così bui, però, sono in molti a non concepire la coscienza morale e sarà duro anche per la divina misericordia (pietrà+perdono) dover giudicare la mostruosità di gente come Olindo Romano e Rosa Bazzi, come la famiglia di Avetrana e ultimante Parolisi, impenitente bugiardo, omicidio della moglie a parte che sicuramente è stato commesso da un mostro!
In tema di omicidi e relativi processi indiziari, comunque, va ricordato agli addetti a questo ingrato lavoro (avvocati per la difesa e giudici per l’accusa) che l’essere umano, a meno che non abbia un grande equilibrio interiore, per lo più ha una doppia personalità. Si dibatte,infatti, quotidianamente tra altruismo spirituale (intelletto dell’anima), depositario della verità ed egoismo mentale (la ragione della materia grigia), ideatore di ogni tipo di bugie (omicidio del piccolo Loris).
A questo asfissiante conflitto non sfugge neanche il sottoscritto, che è tollerante e sopporta tutto grazie alla coscienza (Maiello), ma diventa intollerante e va in escandescenze verbali urlate, quando la mente prende il sopravvento (Maiquello), proprio a mo’ di dottor Jekill e mister Hyde.
Galeno, sul modello della biga alata di Platone, diede localizzazione somatica alla tripartizione dell'anima e così lo spirito naturale (il sangue prodotto nel fegato), passando per il cuore e ricevendo lo pneuma (aria, alito o spirito, principio della vita), diventava spirito vitale, indi, attraverso le carotidi e sempre più affinandosi, nel cervello (disegnando la rete mirabile) diventava spirito animale.
Ci volle poi più di un millennio per aggiornare alcune sue erronee teorie e così Vesalio (fondatore dell'anatomia umana moderna) disconobbe la rete mirabile, mentre Harvey descrisse il sistema circolatorio e Malpighi, infine, chiarì la funzione polmonare.
Nella sua opera “Il miglior medico è anche filosofo”, concludendo su Galeno (medico, filosofo, scienziato e letterato), si enfatizza il medico filosofo che eccelle nell'ETICA (il Maestro invitava i discepoli al disprezzo del denaro), nella LOGICA (interpretazione dei sintomi) e nella FISICA (il corpo è un aggregato di cellule), e queste tre discipline sono le principali branche filosofiche.
Adesso, al termine di quest'ampio excursus medico filosofico con Ippocrate e Galeno, di ritorno alla filosofia, dopo i filosofi naturalisti (natura del creato), i pluralisti (natura dei tre regni) e gli spiritualisti (natura dello stesso Creatore!), il dopo Aristotele fu caratterizzato da tre correnti filosofiche a partire dallo Scetticismo (Carneade chi è costui), all'Epicureimo con la sua ricerca del piacere come sommo bene per l'atarassia (serenità d'animo) fino allo Stoicismo con il suo forte orientamento etico per il dominio delle passioni (apatia) sulla strada della saggezza.
Anche lo stoicismo si avvalse di una triade filosofica (sempre di maestro in allievo) e così dopo la triade dei naturalisti e degli spiritualisti ecco finanche quella dei moralisti! E' una triade meno famosa delle precedenti ma non certo meno interessante perché anticipa addirittura i tre postulati di Kant!
E così Zenone di Cizio, il fondatore dello stoicismo, parlava della coscienza interiore di se stessi (autocoscienza) conformata alla legge universale del Logos (Verità=esistenza di Dio, 1° postulato di Kant), Cleante invece si esprimeva sull'immortalità dell'anima (3° postulato) e Crisippo, infine, sulla libertà dell'anima (2° postulato) intenta a perseguire la saggezza e a sopravvivere alla morte.
A conclusione di questa ampia sintesi filosofica sulla direttiva Leucippo-Democrito-Epicuro-Lucrezio (Epicureismo) si pongono le basi della scienza (metodo scientifico) per l'ordine del cosmo con le sue leggi fisiche:
la Terra gira intorno al sole (teoria eliocentrica di COPERNICO) descrivendo orbite ellittiche (leggi di KEPLERO) per la forza gravitazionale (legge di gravitazione universale di NEWTON) in funzione della massa (principio di inerzia di GALILEO) a curvare spazio e tempo (relatività generale di EINSTEIN).
Scalando la materia al suo apice c'è naturalmente la famosa equazione fisica (Einstein) E=mc2 che stabilisce la relazione tra energia (E) e massa (m), dove c2 rappresenta la velocità della luce (300.000 km/sec) al quadrato.
Sul versante spirituale opposto ai materialisti, a parte le due triadi di filosofi spiritualisti e moralisti, vanno menzionati anche Parmenide e Pitagora.
Il primo (il venerando e terribile) con la sua filosofia sulla verità dell'Essere uno, indivisibile, immutabile ed eterno è davvero tanto illuminato e con il suo “lo stesso è pensare e essere” anticipa di millenni il “cogito ergo sum cartesiano”!
Pitagora “il Gran Maestro dell'ipse dixit!” enfatizza, invece, la verità matematica dell'Unità...divina?
Sulla direttiva Parmenide, Pitagora, spiritualisti e moralisti si pongono solide basi per scalare la conoscenza e così Cartesio, padre della filosofia moderna, con il suo “cogito ergo sum” sta sul primo gradino della scala, mentre la ragione di Hegel si pone sul secondo, l'intelletto (la critica della ragione) di Kant sul terzo, la sapienza di San Paolo sul quarto e infine, a Dio piacendo, con la contemplazione (quinto ed ultimo grado della conoscenza) della Verità (Sole Universale) vivremo in eterno.
Puntualizzando il trapasso vitale, in tema di morte fisica e rinascita spirituale, sicuramente ci sarà un passaggio cellulare dalla cellula nervosa (materia grigia) a quella spirituale (luce) e pertanto, in riferimento alla vita, l'essere umano dalla materializzazione dell'amore (nascita) passerà alla spiritualizzazione della materia (rinascita).
Proprio da qui, grazie al giusto gradiente di luce, contempleremo il Motore della Vita, di cui siamo una infinitesima propaggine, in veste di energia oscura in attesa della completa catarsi o, addirittura, abbandonati nella materia oscura...
Ed ecco verso noi venir per nave
un vecchio, bianco per antico pelo,
gridando: “Guai a voi, anime prave!
Non isperate mai veder lo cielo:
i' vegno per menarvi a l'altra riva
ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo
per chi ha reciso il cordone spirituale di figli di Dio per il marciume della coscienza, nucleo e perenne ricarica (batteria) della luce della cellula primordiale.
Dio il Signore formò l'uomo dalla polvere umida (TERRA+ACQUA), gli soffiò nelle narici un alito vitale (carica spirituale, l'attuale energia oscura e in archè=FUOCO+ARIA) e l'uomo divenne un' anima vivente, a sua immagine e somiglianza, dalla cellula primordiale o spirituale (pensiero-amore-coscienza) del suo Creatore.
La filosofia, bene analizzando, con le magistrali triadi (di maestro in allievo) dei filosofi naturalisti (Talete, Anassimandro e Anassimene) e spiritualisti (Socrate/coscienza, Platone/amore e Aristotele/mente eccelsa) ci riporta alla divina creazione e con Empedocle centra in pieno i quattro elementi (terra, acqua, fuoco e aria) creativi presenti nella miscela umana.
Fu Talete, primo filosofo della storia occidentale e padre della scienza, ad introdurre l'archè (il principio materiale di tutte le cose) che per lui era l'ACQUA, mentre per Anassimandro (l'inventore della carta geografica) era l'apeiron (l'indefinito in forma di big bang o di spirito infinito?) e per Anassimene era l'ARIA.
Filosofia a sé, con il suo archè rappresentato dal FUOCO, fa Eraclito che coniò per primo anche il concetto di anima (psichè) come dimensione diversa dal corpo, indagando finanche su di essa: i confini dell'anima non li potrai mai trovare, per quanto tu percorra le sue vie; così profondo è il suo logos-ragione.
Se con la triade dei naturalisti si può risalire alla strabiliante miscela umana, nella triade dei filosofi spiritualisti, invece, mirabilmente si cela la cellula spirituale del nostro Creatore, a partire dalla luce della coscienza, presente nel nostro io profondo (il gnothi sautòn di Socrate), nucleo centrale di una fantomatica cellula spirituale dove l'amore di Platone fa da citoplasma e la mente (pensiero) eccelsa di Aristotele da membrana esterna.
Proprio questa cellula primordiale, a mò di neurone per il sistema nervoso (la materia grigia secerne il pensiero attraverso i neurotrasmettitori), rappresenta la matrice della nostra anima (il sistema spirituale distilla l'amore attraverso i mediatori sentimentali), vero fantasma corporale in veste di candido lenzuolo.
Tra queste 2 mirabili triadi (trama filosofica di celeste regia) si interpongono i filosofi pluralisti (nulla si crea e tutto si trasforma) a suggerirci, a loro volta, i tre regni presenti in natura e da qui gli atomi di Democrito ci riportano al regno minerale, i semi di Anassagora a quello vegetale e, infine, le 4 radici o elementi (terra, acqua, aria, fuoco) di Empedocle al regno animale.
Questo filosofo, anche poeta e scrittore, parlando di elementi in miscela fu considerato il padre della chimica, mentre il padre della medicina (Ippocrate), sempre partendo da questi quattro elementi, definì gli umori organici distinguendo il sangue (aria, elemento caldo dal cuore), la linfa o flegma (acqua, elemento freddo dal cervello), la bile gialla (fuoco, elemento secco prodotto dal fegato) e la bile nera (terra, elemento umido prodotto dalla milza).
Passando adesso dalla filosofia alla medicina (per Aristotele erano strettamente correlate) la salute era in relazione alla giusta miscela o rapporto di questi quattro elementi da cui, prevalendo l'uno sull'altro, potevano esitare quattro temperamenti diversi, differenziabili sul piano psicologico in sanguigno (focoso), flemmatico (riflessivo), collerico (iroso) e melanconico (ansioso).
Dagli umori agli spiriti, sempre tematica medico-filosofica, ecco la illuminante figura di Galeno (siamo ai livelli eccelsi di Aristotele) a rappresentare la medicina per più di un millennio e a far da testimone alla fede in un singolo Creatore.
Chissà poi perché tante menti eccelse da Newton a Cartesio, da Kant a Einstein, da Dante a Pascal (invitava a scommettere sull'esistenza di Dio) e, con il suo quinto elemento (etere eterno e immutabile, attuale quintessenza dell'energia oscura), finanche Aristotele testimoniano (con umiltà e senza vergogna) la loro cieca fede (eccelsa cultura) in una Mente Suprema!