L’insonnia del cuore

Che peccato capitale
dovrò mai scontare
per meritarmi il male
se sono stato sempre
ligio alla morale.
Da tempo ormai
un brivido mi pervade
e un fremito mi assale,
mi dà tachicardia
per ansia del cuore
ma mi causa insonnia
per smania d'amore.
Un dì furon
di dolor lamenti
a levarmi dal letto,
adesso son
d'amor tormenti
a destarmi dal sonno.
Quel che mi manca,
però, per sentirmi
vivo e vitale
è il calore carnale,
non si può esser
sol sempre spirituali
se ci sono i sentimenti
a darti i patimenti.
Agogno allor
un forte abbraccio carnale...
ben venga pure quello fatale
seppur sia mortale.
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La luce ecografica

Quando ti vedo passar
dall'aorta alla porta
e ti sento spiegar,
o dolce ecografista,
il mio fegato brilla
mentre io già son brillo,
poi un tal brivido mi prende
che proprio all'istante,
a mò di gabbiano,
comincio a volare
e ad ali spiegate
finanche a volteggiare
ma è solo un delirare.
Quel bruto pensier
che mi ti fa desiar,
mia Musa divina,
d'incanto s'appanna
e subentra il canto,
di poi per lo stress
inizia il processo
di transaminazione
ed è la glutammina
che mi pervade il cervello
e mi eccita il neurone.
Proprio a questo punto
si illumina il pensiero
per la materia andata e,
in tanta luce,
la mente si compiace,
l'anima si dà pace
e perfin lo spirito...
finalmente tace
 
Questa poesia, caro Carmine (dottor Coppola), la dedico a te e alla tua Scuola (ecografia di Gragnano), da asino ripetente (e ne ho ben donde!) e, per pagare il fio, mi sia concesso di offrire a tutti i docenti (anche a Giorgio, tuo professore e mio collega di università) un pranzo di fine corso.
Naturalmente la poesia non me l'hai ispirata tu... mi ritroverei all'inferno altro che luce del paradiso!
Se leggi attentamente ci sono spunti scientifici (la può leggere anche la Farro e la Amoruso avvezze alla scienza e non alle poesie!) di un esperto di encefalopatia epatica, che ha iniziato ad esplorare la corteccia associativa (era spirituale dei Maya) laddove anche gli americani depongono le armi.
A breve i medici dovranno assimilare nuove acquisizioni (la novella arca di Noè), per cui consiglio anche a voi docenti qualche corso di aggiornamento sulla miscela umana spirito/materia che si elabora o meglio si cuoce nella fucina epatica sulla fiammella ipotalamica.
Vi porto a conoscenza, scherzi a parte, che sono molto severo e molti medici (specie i professori che non concepiscono l'anima per scarsa coscienza) sono a rischio di vedersi ritirare la laurea.
 
Francesco Andrea Maiello,
 
il più grande poeta contemporaneo (e non solo!)... naturalmente da malato di encefalopatia, in perenne terapia con purghe e clisteri a iosa, presidio catartico (solfato di magnesio e lattulosio) per mantenere “'a capa fresca” perché, nonostante sia da sempre sballottato tra peripezie mentali, cerca di far sorridere il malato e di far crepare le malattie!
  Va ricordato, infine, che Napoli è terra di grandi epatologi dalla triade De Ritis, Coltorti, Giusti (miei professori, scopritori delle transaminasi), al professor Antonio Ascione (allievo di Sheila Sherlock) e, tra tanta scienza, il sottoscritto (a parte le poesie epatiche) è stato il primo ad associare lattulosio e antibiotici intestinali (potenziamento dell'effetto catartico) nella terapia del coma epatico.
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Lo stalking d’amore

E' una dedica agli innamorati, promossi sposi con l'augurio di tante poesie e... figli maschi, si fa per dire, perché le donne hanno tutt'altra classe e ispirano belle fantasie e non certo le follie delle belve umane (femminicidio).
Per quanto mi riguarda con le donne non è sempre tutto rose e fiori e, alla fine, son passato da mia moglie che mi accusava di non dire una parola alla musa che non mi fa dire una parola e appena m'intravede corre da folle come se vedesse un pazzo, ma poi, in compenso, mi regala poesie così!
 
E' pieno esaurimento
sarà innamoramento
o, ahimè, è decadimento.
Ma son versi pure in rima
allora qui c'è lo zampino
di una musa su un matusa
con la mente ormai fusa
e poeta sol per caso.
E' bella intesa spirituale
senza nulla di carnale
ma si sfora nel mentale
e, col rischio della molestia
come la corte di una bestia,
però si entra nel legale
e siamo in tema di penale
per dover così decidere
a chi spetta infin pagare,
al poeta che infierisce
o alla musa che subisce
e talora s'infastidisce
per non dir s'inviperisce,
un cuore affranto dal dolore
sempre più infranto dall'amore
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Il profumo dell’amore

  Il colore dell'amore è rossore per pudore dà dolore al cuore ma la luce del candore sublima l'anima  nel profumo di un fiore.  

E' una semplice poesia augurale (bocciata dal sito scrivere!) che introduce, oggi 21/12/2012 (altro che fine del mondo!), la nuova era spirituale nella speranza che il profumo dell'amore dei nostri figli, nipoti e discendenti diventi sempre più intenso tanto da far diventare la terra un vero paradiso terrestre!

Un mio giovane amico e lettore (Plissè), di gran marchio culturale e spirituale, definiva la mia scrittura... è un astrolabio che misura la distanza tra l'esistenza terrena e l'immortalità dell'anima!

Nel ricordo di Plissè, ai miei giovani amici, anche in qualità di medico di famiglia, consiglio, allora, di non deturpare la pelle perché anch'essa è un organo vitale molto sensibile, che denota l'anima (la psoriasi è l'ansia della pelle come la tachicardia è l'ansia del cuore e l'insonnia è l'ansia della mente!)

   
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La sirena del mare

 
Dalle “dolci acque” di monna Laura a quelle salate della Sirena marina, dal “solo e pensoso” di Petrarca al “silenzio pensante diurno e pensiero insonne notturno” del sottoscritto siam passati dall'immortale Francesco al povero Francescoandrea... è la decadenza dei tempi moderni!
 
Sirena del mare,
mio sogno solare,
sei l'incanto dell'estate
e sulle tue onde
mi fai navigare
ma se c'è vento
mi spingi a veleggiare.
Un dì avverso, però,
correva l'anno scorso,
un ordine controverso
di pronto soccorso
mi fece naufragar.
Per tal irriverente servizio
ti recidivò la sindrome
di una banale caduta
e l'intera estate,
proprio in piena calura,
prigioniera rimanesti
tra cocenti mura.
Con il mar che ti desiava,
mia dolce ondina,
seppur non sei la Pellegrino,
senza le tue onde marine
davver mi vidi perso
e rischiai di naufragar.
Non più intravedevo
quella tua dolce imago
che, al suo canto,
mi spinge a poetar.
Ormai da molto tempo
la mia mente peregrina
in perenne contrasto
con la sua anima birichina
soffre di affettiva carenza,
e qui il mio vero io,
in tutta coscienza,
finanche ti confida
un suo piccolo difetto,
quell'innocente vizietto
con cui in testa versifica
e in poesie riversa
il suo amor esuberante
che lo rende solo tremante
ma mai sarò un segreto amante.
Proprio così mi diletto
e sfuggo il vuoto depressivo,
dal silenzio pensante diurno
a quel pensiero insonne
che mai mi fa dormire,
ma poi ricorro a te
perché tu sei per me...
più che l'ennesima mania
anche una salutare terapia.
Da medicina rigenerante, infatti,
mi liberasti dell'antidepressivo
e poi, da medico docente,
per di più tanto piacente,
te lo dico ad alta voce,
da allievo esigente,
anche se al tuo cospetto
davvero non capisco niente,
tu non sei di pronto soccorso,
tu mandi al pronto soccorso,
specie un recidivo mentale,
stralunato solo con te,
che è vissuto tra le follie,
sopravvive per le fantasie
e adesso si ritrova solo poesie.
Se mai sarò il tuo mentore,
di sicuro diventerò il cantore
delle tue doti naturali
con quel tuo spirito che brilla,
ma la materia, stai certa, non langue,
anche se va di moda
la carne svizzera e argentina
mentre un tempo avevamo
la prelibata fiorentina.
Stiamo andando a ritroso
e stiam tornando, ahimè,
alla corteccia antica
allorquando ci si annusava
anche per prolificare,
mentre il cervello moderno
ci dona la vision del bello.
La vita dall'arida materia,
di certo, non nacque per caso,
se la governa uno spirito vitale
che sempre più evolve
la struttura cerebrale,
ancor da illuminare con il ricorso,
ma ancor lungo è il percorso,
ad un comportamento ottimale.
Proprio in virtù di tanto
siam passati dall'olfatto
del cervello antico
agli occhi della recente corteccia
per ammirare le bellezze naturali
e il talamo...nuziale,
con la sacralità del matrimonio,
sta proprio lì in mezzo,
ben giustapposto,
a sublimare l'attività sessuale
davvero in tutti i sensi.
Pertanto la sessualità
non è una banalità
e neanche un'oscenità,
se ci dona la sublime facoltà
di materializzare l'amore
e di spiritualizzare la materia
allo scopo di trasmettere la vita.
Proprio così nacqui,
fu poi per la dolcezza
di una Musa che rinacqui
e adesso d'incanto mi ritrovo,
sotto un sole confortevole
e un vento favorevole,
a veleggiare su onde marine,
sempre più cristalline,
inseguendo l'inebriante canto
di una Sirena divina...
e in tanta immensità
risplende il pensier mio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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