Il conflitto d’amore

Musa mia cara,
da tempo t'insidio
soltanto con poesie
ma poi con le mani
neanche ti sfioro
e tu hai sembianza
di un vero fiore.
Il tuo profumo,
però, mi scatena
quell'eterno conflitto
di mente e coscienza
a caccia d'amor
che sempre se le danno
di santa ragion.
Ti voglio davvero bene
e mai ti farò del male,
il mio spirito gode
se sol t'intravede
ma poi mai ti vede
seppur per te stravede.
Prima ero depresso
e fui perfin bipolare,
adesso che son guarito
mi ritrovo l'anima,
ma prigioniero, ahimè,
di mente, amore e coscienza,
non più avrò pace.
 
...il candor dell'amor
è pudor
ma anche tanto... dolor!
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La boccata ispiratrice

 
Il pensier di donna
è l'idea del bello
e a me ormai basta
la sua dolce vision.
Sarò diventato matto
ma non importa,
da tempo il mio spirito
sempre più si compiace
se la materia tace
e mi regala così
dei sensi la pace.
L'affanno mi prende
sol quando la mente
va in asfissia
per mancata vision
e allor qui io cerco
almeno d'incrociarla,
ma l'ingrata donna,
altro che musa,
mi mostra gli artigli
e dinanzi mi appare
come una vera arpia,
mentre io anelavo solo
a una boccata ispiratrice,
mia aura rigeneratrice.
Pertanto si turba,
quasi si disturba
e irritata, ma con il fascino
della sua dolce melodia,
mi dice...lasciami in pace
ed io...a chi lo dici
se ormai la notte
io non dormo più.
Nella tua conturbante
e poliedrica vision
un dì m'apparisti
da Venere latina,
poi d'incanto sei passata
a Sirena marina
ed ora sei diventata
la mia Musa divina
che mi costringe a rimare
su onde cristalline
per farsi infin ritrovare
dolce Poesia.
Ti confido, però, adesso,
di esser soltanto
un povero mortale,
da tempo prigioniero
di uno spirito alato,
che si è innamorato
della tua limpida luce,
mentre a me la carne
ancora tanto piace
e mai mi fa vivere
in santa pace.
Questo spirito, invece,
è solo clandestino,
davver tanto birichino,
sempre più invadente
e talor prepotente
che sa scrivere versi
che neanche mi sogno.
Allora, dolce Poesia,
sono io a pregarti
di lasciarmi in pace,
fammi dormir la notte
se non vuoi incorrere,
proprio Tu,
nell'infamante accusa
di stalking mentale
ed essere condannata
alla mia eterna visione
dove necessita davvero
tanta sopportazione.
A questa dura pena
perfin mia moglie sfuggì
in un dì infausto
ma era ormai esausta.
 
 
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La lezione di Cassano

 
Il sesso ha i suoi problemi...
così parlò il bell'Antonio,
inesorabile latin lover
più che implacabile goleador,
dal covo della nazionale
e all'istante insorse
il checco nazionale,
uomo pentito che,
senza alcun pudore,
lo predilige l'amore,
pubblicizza le sue voglie
talor di bassa soglia.
Il sesso, seppur fugace,
non è un atto mendace
se lo spirito non soggiace
alla materia che piace,
pur se comporta problemi
che non ti dan pace.
E pertanto puoi passar
dalla precoce eiaculatio
della prima età
alla coniugale recusatio
della mezza età,
oppur dalla mancata induratio
dell'età attempata
all'ospizio o relegatio
della tarda età.
L'amore, primessenza vitale,
tra bollori, umori e dolori,
ci distilla l'anima
senza sesso né età
e l'appendice sessuale,
basta che non s'infiammi
nella morbosa sessualite
a mò di appendicite,
è il bello dell'amore
che è ancor più bello
quando si fa,
nessuno ti vede
e ognuno lo fa
come meglio crede.
Alla luce della magica triade,
pensiero, amore e coscienza,
a noi umani, specie prediletta,
vien concessa la gran facoltà
di amare in piena libertà,
basta solo il presidio
delle nostre coscienze,
checché ne dica il Cecchi,
che rischia l'inferno ma Dante
con il suo amor, c'ha nullo amato...
per amore perdona sempre.
 
 
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Il vizio di giocare

 
La smania di rimare
e il vizio di giocare
è ciò che alfin mi resta
almeno per sognare.
La vita è prova dura
e spesso fa paura
specie se anima e mente
si mettono a litigare.
Con la spiritualità
cantai l'amor
in preda al dolor,
la razionalità, invece,
per sistemar le cose
senza più lavorar,
ricorse al gioco
e senza più risorse
mi fece naufragar.
A me tanto piaceva
viaggiare tra sole e mare
ma poi solo mi ritrovai
nel buio più profondo
e con il pensier assente
nel vuoto sprofondai.
Senza meta vagando,
infin, mi richiamò
la voce della coscienza
che mi riportò in vita
alla luce del vero amor.
Son tornati, adesso,
nuovamente i giochi,
non più esasperati e folli,
ma son pure poesie
per un pensier vigile
che attinge dall'anima,
di poi l'affronta,
spesso la contrasta,
non le concede tregua
e la mantiene sempre sveglia
senza mai darle pace.
A tanto provvederà,
son certo, la vita eterna,
basta solo conciliar
mente e coscienza
con giochi e poesie
nel canto dell'amore
per volare all'infinito
tra orizzonti di luce
e godere per sempre
la melodia del silenzio
e la sinfonia della pace.
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IL VIZIO DI GIOCARE

La smania di rimare
e il vizio di giocare
è ciò che alfin mi resta
almeno per sognare.
La vita è dura prova
e talor fa paura
specie se anima e mente
si mettono a litigare.
Con la spiritualità
cantai l'amor
in preda al dolor,
la razionalità, invece,
per sistemar le cose
senza più lavorare,
al gioco ricorse
ma senza più risorse
mi fece naufragar.
A me tanto piaceva
viaggiar tra sole e mare
ma d'emblè, ahimè,
da solo mi ritrovai
al freddo e al buio
e senza più pression
nel vuoto sprofondai
con il pensier assente
e la mente in folle.
Senza meta vagando
mi richiamò, infin, 
la voce della coscienza
e, prendendomi per mano,
mi riportò in vita
alla presenza del vero amor
che dà luce allo spazio
e illumina il tempo.
Adesso son tornati
nuovamente i giochi,
non più esasperati e folli,
ma son pure poesie
per un pensier vigile
tanto ispirato
che attinge dall'anima,
ma poi l'affronta
e spesso la contrasta,
non le concede tregua
e la tien sempre sveglia
senza mai darle pace.
A tanto, son certo,
provvederà la vita eterna,
sol se si sfugge al fuoco
e alle pene dell'inferno.
Basta allor conciliar
giochi e poesie
nel canto dell'Amor
per volare all'infinito
e vivere in eterno
tra orizzonti di luce
e la melodia del silenzio
in tanta pace.
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