VOLA PENSIER SULL’ALI DORATE
Eterea Alidicarta,
conduci il mio pensiero sulle tue ali dorate alla conquista di un mondo migliore dove risplenda la luce e vi regni la pace.
Compagna mia fatale, mia bella mantovana, non su di un bel tendaggio ma su di una povera mappina, non certo lurido straccetto ma solo una piccola mappa con rilievi e depressioni.
Mia cara Alidicarta,
tu pubblichi poesie in Mantova e io scrivo versi a Napoli, la città illuminata da “o sole mio”.
Tra noi due è stato amore a prima vista, consacrato dal Vate Virgilio (Mantova mi generò, mi custodisce Partenope!), che da sempre ispira noi napoletani (furti a parte per troppa astuzia!) con commedie, poesie e canzoni cantate finanche dagli alieni!
Il cantore di Enea, progenitore della stirpe italica, del mitico latin lover e della nostra amata patria (auguri Italia, nonostante gli anni, sei sempre la più bella!), fu addirittura il Gran Maestro del Sommo Poeta (con la lingua ci regalò l’identità e l’orgoglio di esser italiani!) ...
tu se' lo mio maestro e 'l mio autore
tu se' solo colui da cu' io tolsi
lo bello stilo che m'ha fatto onore.
Intanto peregrino tra tanti versi, ingurgitati a memoria, cara Alidicarta, ti confido di esser da tempo gravemente malato, davvero un povero esaltato, un bipolare psicopatico con tanto di psicosomatico (diagnosi certa di illustri camici bianchi!) che, ormai, in piena follia si ritiene il novello Platone e l'allievo prediletto di Dante, finanche ispirato da una dolce divina Musa…
che dà per gli occhi una dolcezza al core,
che 'ntender no la può chi no la prova...
A questo punto da tempo non mi ritrovo più e neanche so più chi davver sia io...
O mio profondo io,
mia anima immortale,
dimmi all'istante
davver chi sono io!
Trapassai o sono ancora io?
Alla ricerca della mia vera identità feci un viaggio all’interno del mio stesso corpo (Striptease dell’anima) e rimasi, ahimè, prigioniero di me stesso all’interno del mio profondo io!
Dalla vita ne avevo subite davvero tante e in virtù di tanto, pertanto, mi sono ridotto a tanto!
Sintetizzando la mia vita mi ritengo un calciatore mancato, un medico forzato, un sistemista sfigato,
uno scrittore per fato, adesso finanche poeta illuminato!
Da malato esaltato i miei poveri figli, da me abbandonati, si sentono sempre tanto turbati e mi invocano di prendere le medicine quando confido loro che per un nobel non mi muovo di casa, per due ci penso ma rifiuto e per tre nobel (pace, poesia e medicina) di corsa ritorno a Stoccolma per riassaporare “la cuccagna svedese”, mitica impresa in “500” di tre amici napoletani alla conquista della Svezia nel lontano 1969, in contemporanea alla conquista lunare!
Ben riflettendo, però, tra fantasie, follie e poesie, a me i riconoscimenti terreni non interessano più essendo stato già insignito (“Sole imperante di giorno e aureola di stelle la notte”!) della docenza in “Educazione morale” divinae gratiae causa con una fantastica Befana!
Più pazzo di così forse si muore, ma io intanto con l'aiuto delle tue alidorate, altro che alidicarta,
insieme a te diffonderò cultura con messaggi di amore a costo zero (anche l'anno zero costa tanto!) contro i mercanti della scrittura dalla “vespa ronzante al travaglio ammorbante sponsorizzato dal santo d'oro pontificante” (libertà non è partecipazione assordante e denigrante, ma è la melodia dell'amore!), pagati finanche al modico costo del canone RAI, dove fanno casa, bottega e sterili libri, poveri noi oscuri autori!
Cordiali saluti