Continuando la mia trama fatale, dopo le clamorose sconfitte al gioco e l'abbandono filiale, entrai in severa crisi depressiva, ma poi in un giorno speciale (Epifania del 2004) vidi strani segnali dall'alto (moto solare diurno ed aureola stellare notturna), che mi fecero entrare ancor più in confusione mentale, se adesso mi ritengo il novello Noè (apripista dell'era spirituale) e un moderno Mosè che nottetempo trascrive sotto dettatura finanche poesie morali.
Da qui sono giunto alla lucida conclusione, ahimè, di essere il vero scopritore dell'anima dopo esser pervenuto alla cellula primordiale o spirituale ben celata nella filosofia dei Grandi: pensiero/membrana/Aristotele, amore/citoplasma/Platone e coscienza/nucleo/Socrate.
E in virtù di tanto spero di passare alla storia (o alla gogna) come “L'Einstein spiritale o il novello Platone, fate voi!”:
Se ascisse e ordinate
sono coordinate cartesiane
e posizionano un oggetto su di un piano,
spazio e tempo
sono coordinate umane
e posizionano un soggetto nell'universo.
Pertanto se lo spazio
misura la larghezza del corpo,
materia finita, massa
ed energia commutabile,
il tempo misura, invece,
la lunghezza del pensiero,
spirito infinito, luce
ed energia immutabile.
Dinanzi a questa Luce infinita,
che anima i cuori e muove le menti,
spazio e tempo si inginocchiarono
in gloria alla suprema Potenza
e così il gran Renè divenne
il padre della filosofia moderna
mentre quel mostro di Albert
è il sinonimo dell'intelligenza.
Il guaio è sol per me,
Francesco Andrea che,
per l'ardire del sommo esaltato,
passerò alla gogna
con tanta vergogna.
Da pensator incallito
alla costante ricerca dell'anima
mi sia concessa allor
la nomea di novello Platone
per quel mio “amo e sempre sarò”,
che completa la triade spirituale
tra il cogito ergo sum cartesiano e
il gnothi sautòn socratico
e ci invita a vivere
alla luce dell'anima
mentre io continuo a dibattermi
tra l'Einstein spirituale
e il novello Platone... fate voi!
L'inesorabile fato, intanto, dopo tante assurde pazzie sempre più mi perseguita se per l'ispirazione mi ha fatto passare da una madre epatopatica (la mia prima scrittura in versi è Follie epatiche) ad una musa epatologa (mi tempesta di poesie) nate lo stesso giorno, il 1° giugno in cui si festeggia San Giustino, primo apologista cristiano e patrono dei filosofi: