Il costante progresso culturale dell'umanità in rapporto all'evoluzione del cervello e alla conoscenza, pur avvalendosi dell'intelletto e della sapienza (doni spirituali con salde radici nella fede, cultura eccelsa!), non ha tuttora indirizzato nel verso giusto il comportamento umano, sempre più compromesso sul piano morale anche per l'ingravescente crisi della famiglia, supporto della società e presupposto della civiltà.
In uno dei miei ultimi lavori “La novella arca di Noè”, pertanto, ho indirizzato i giovani (sempre più trascurati e vittime del degrado morale) ai valori veri della vita, in modo da poter finalmente rigenerare e rivitalizzare le anime (da tempo sepolte dal materialismo) nella sua principale essenza, che è l'amore, motore della vita e vettore della luce, responsabilizzando nel contempo anche noi genitori.
Abbiamo l'obbligo, infatti, di assicurare a questi nostri poveri figli (sempre più vittime di tempi tanto bui) almeno una sana e solida famiglia, dal momento che sono sempre più allo sbando e senza più certezze, a partire dal lavoro.
Queste mie decennali scritture, ad onor del vero, più che la catarsi di un peccatore incallito, sono il tentativo di un genitore fallito (con insania abbandonai i miei figli) per porre rimedio ad una imperdonabile assenza. Da genitori responsabili, pertanto, abbiamo l'obbligo di prodigarci per offrir loro un mondo migliore con una civiltà d'avanguardia ben presidiata da famiglia (da ripristinare), scuola (da modernizzare), religione (da unificare), politica (da moralizzare) e mass media (da responsabilizzare), fattori confluenti ed interdipendenti di una società moderna che possa porre le basi ad una comune patria terrena, accomunata dalla religione dell'amore a tutti comprensibile (anche ai ciechi, ai muti ed ai sordi) e che parla anche la lingua dell'amore con il glossario di baci e abbracci, sorrisi e carezze, strette di mano e pacche sulle spalle.
Per realizzare tutto ciò basta semplicemente insegnar loro che il principio basilare della vita è vivere all'insegna del rispetto reciproco (rispettando gli altri si ha il rispetto di tutti) e far comprendere la norma elementare che l'amore fraterno e filiale sono amori paritari e non bisogna contaminarli a causa del patrimonio materiale, la cui equa suddivisione spesso è impossibile, arrivando così all'assurdo che un'arida zolla di terra scatena una interminabile catena di odi con assurde guerre fratricide senza più fine (vedi palestinesi e israeliani)!
I nostri figli, acquisendo queste semplici norme elementari, miglioreranno i loro padri e, in tal modo, migliorando le nostre famiglie, tutti insieme miglioreremo la stessa società e l'intera umanità, con i forti ad aiutare i deboli e i ricchi a soccorrere i poveri.
Se in ambito filosofico di maestro in allievo, partendo dalla coscienza di Socrate attraverso gli amori di Platone, siamo arrivati alla mente eccelsa di Aristotele, secondo questo schema perché i figli possano migliorare i padri dobbiamo affidarci al presidio dell' “educazione morale”, da trasmettere dal vivo con l'esempio dei genitori in famiglia e da insegnare poi a scuola come disciplina fondamentale (altro che educazione civica e ora di religione!), propedeutica a ogni materia, in quanto si fonda sulla filosofia (mettendo da parte le chiacchiere incomprensibili), scienza basilare che tratta delle nostre origini e si interroga sul motivo della nostra esistenza terrena con il classico ed elementare interrogativo: chi siamo (polvere), da dove veniamo (da un atto d'amore consapevole) e dove andiamo (verso la luce della verità).
Stando così le cose mi permetto di dissentire anche da Aristotele e dal suo “primum vivere deinde philosophari”, perché in questi tempi così bui bisogna “primum philosophare per saper vivere” nel senso e nel verso giusto.
Il percorso filosofico da seguire è davvero semplice ed alla portata di tutti, basta far ricorso al provvidenziale motto socratico “gnothi sautòn”/conosci te stesso (Socrate rimarrà il padre eterno della filosofia!), che si identifica con il percorso mentale per accedere alla verità attraverso la luce del pensiero lungo la scala della conoscenza.
La mente umana, pur nella sua complessità e infinità (il cielo stellato della conoscenza), si può semplicemente considerare formata dal sistema nervoso (cervello) e dal sistema spirituale (anima), collegati dalla sinapsi (congiunzione) del pensiero, interruttore mentale, evidenziabile come scintilla di impatto con luminoso amalgama tra spirito (alito vitale) e materia (polvere condensata), elementi primordiali della vita.
Con questa premessa la strada della conoscenza è il percorso mentale ed anche filosofico lungo l'asse neurone (surrogato materiale)-pensiero (elaborato mentale)-verità (distillato spirituale), con quest'ultima presente in seno alla coscienza (gnothi sautòn, certezza della luce della verità), che è il nucleo della cellula spirituale con l'amore a fare da citoplasma (amoe sempre sarò, certezza dell'esistenza in eterno) e il pensiero (cogito ergo sum, certezza dell'esistenza all'istante) a far da membrana esterna.
In base alla qualità del pensiero si può così ben delineare la scala della conoscenza che parte naturalmente dal pensiero vigile, elementare, che ci dà certezza della nostra esistenza e, pertanto, il cogito cartesiano viene a rappresentare il primo grado della conoscenza.
Si passa poi al pensiero razionale, strabiliante elaborato del sistema nervoso, che dovrebbe accomunare la razza umana con il presidio della ragione (2° grado della scala), indi il pensiero sciente, corroborato dalla scienza, ci dona l'intelletto (3° grado) per arrivare così al pensiero illuminato dalla fede, che ci fa volare con le ali della sapienza (4° grado dell'umana conoscenza).
Il premio della vita eterna ci delizierà, invece, con il pensiero estatico, rapito dalla contemplazione (quinto ed ultimo grado dell'umana conoscenza) della Verità, laddove Bene e Bello indivisibile sono la luce dell'Amore (immacolato candore della divina Triade, impercettibile per la macula oculare), l'anelito e l'ideale dell'umana perfezione, punto di convergenza e confluenza, di fusione e identità di etica/agatòs/buono ed estetica/kalòs/bello (in Platone la kalokagathia era il fondamento della sapienza), valori veri ed universali della vita.