Attenzione, però, a non confondere l'estetica con l'erotico (stimola solo l'amore fugace) che, da tempo, l'insana cultura televisiva vuole inculcarci con le telecamere a scrutare, in modo assillante, i bui meandri di seni, sederi e cosce, dimenticando che i veri uomini non sono i conquistatori del corpo nella sua nuda e fredda materia.
L'Italia non è solo il paese dei casanova e dei latin lover (la mitica Svezia la conquistai in “500” nel lontano 1969 e adesso miro a ben altro... a “la cuccagna svedese” che leggerete!), ma è soprattutto la patria di Dante e Petrarca, i cantori immortali della bellezza femminile, ammantata dalla grazia e dalla dolcezza dello spirito con “il dolce stil novo” a sublimare l'amor che “uscì de la volgar schiera”.
Per ritornare a tanto il comportamento umano (da tempo paurosamente precipita in caduta libera) può solo ricorrere all'educazione morale con insegnanti all'altezza e di valore spirituale, che devono trasmettere elementari principi filosofici, validi riferimenti letterari (Dante, l'autore della nostra lingua, è anche un maestro di morale) e scientifici, spiegando che il nostro cervello, sebbene altamente evoluto sul versante anatomico (archipallio, paleopallio e neopallio), su quello vascolare presenta grosse placche ateromasiche (ingravescente arteriosclerosi), per cui il rimbecillito homo sapiens non s'accorge che da solo si sta scavando la fossa per l'inarrestabile degrado morale ed ambientale.
Sempre più preso dal fascino della vita che amo definire (la lingua batte dove Dante vuole!) “l'umana commedia”, in veste di filosofo neofita (ex sistemista fallito), ormai da tempo indago nei disegni divini e se la magica triade filosofica Socrate, Platone e Aristotele mi ha dato lo spunto per la cellula ed il sistema spirituale, adesso per l'ingravescente degrado morale ed ambientale vedo in agguato addirittura la prima triade filosofica della storia (sempre di maestro in allievo con Talete, Anassimandro ed Anassimene), i filosofi naturalisti dell'archè, dell'elemento primordiale della vita, il quale potrebbe diventare, se non ci diamo subito una regolata, anche l'elemento finale della vita!
Assolutamente non sono una “Cassandra”, né tanto meno un profeta, perché mi ritengo soltanto una persona comune e nella media e, vizi e difetti a parte, ho l'unico pregio di rispettare tutti indistintamente (e viceversa). Stranamente però, da qualche tempo, la divina Provvidenza di prepotenza si è intromessa nelle mie cose, allontanandomi dal gioco con allucinanti eventi e svegliandomi, invece, in piena notte con illuminate ed illuminanti idee.
E così adesso mi fa paura la triade dei naturalisti in agguato, perché l'ingravescente degrado ambientale potrebbe scatenare il diluvio naturale (altro che universale) e l'acqua rappresenta l'elemento primordiale (sperando che non diventi pure quello finale!) di Talete, guarda che coincidenza, anche il primo filosofo dell'umanità (non me ne voglia la cultura orientale), mente enciclopedica (definito il padre della scienza) ed autore, forse, della frase filosofica per eccellenza, quel “gnothi sautòn” che ha dato a Socrate la paternità della filosofia, perché “conoscere se stessi” è il percorso mentale per la verità attraverso la conoscenza (questa sì che è filosofia!).
Sempre in tema di degrado ambientale, poiché tanto si ironizza sulla figura di Talete, che finì nel classico pozzo per osservare il cielo, noi siamo messi peggio rischiando, addirittura, di sprofondare nell'immondizia o in un vero pozzo nero, visto che sempre più la Terra assomiglia a una pattumiera, se non proprio ad una immensa cloaca, per l'esasperato materialismo in cui confluiscono liquami organici (intestinali, urinari e seminali!).
Il degrado morale, continuando con i naturalisti, potrebbe farci saltare (è diabolico confondere Satana con la divinità) tutti in aria, principio primordiale di Anassimene, con il mondo a dissolversi nell'àpeiron, l'indefinito, l'indeterminato del suo maestro Anassimandro (l'inventore della carta geografica) di cui, stranamente, ci è pervenuto questo apocalittico frammento della sua opera: “Principio degli esseri è l'infinito...da dove infatti gli esseri hanno origine, lì hanno anche la distruzione secondo necessità: poiché essi pagano l'uno all'altro la pena e l'espiazione dell'ingiustizia secondo l'ordine del tempo”.
A completare il quadro della fine naturalistica ci si mette pure il fuoco di Eraclito, per cui ci conviene smetterla con gli incendi dolosi, così da non accelerare i tempi della nostra distruzione, che porterebbe la nostra anima a bruciare in eterno nel fuoco dell'inferno.
Con Eraclito non conviene scherzare (porterebbe sfiga!) perché lo stesso Socrate non riuscì ad interpretare il “brillante fabbro di aforismi” e l'eccelsa mente di Aristotele lo definì “l'oscuro”.
Egli, in ogni caso, rappresenta il primo filosofo ad aver coniato il concetto di anima (psychè) come dimensione diversa dal corpo (soma): “I confini dell'anima non li potrai mai trovare, per quanto tu percorra le sue vie; così profondo è il suo logos (ragione)”.
Poiché la fine naturalistica sarebbe davvero ingloriosa, è tempo di rinsavire e rendere chiaro il pensiero sibillino di Eraclito, aggiornandolo ai tempi moderni alla luce della fede e, a tal proposito, bisogna ben interpretare la Bibbia nelle sue allegorie.
Sta scritto che l'umanità (l'uomo), formata dalla polvere della terra, divenne un'anima vivente (a immagine e somiglianza dell'Essere immutabile di Parmenide!) e noi a questo stadio sublime di anima (presuppone la triplice coscienza vigile, consapevole e morale) nel nostro divenire (il panta rei di Eraclito) ancora non siamo arrivati; anzi con il grave degrado morale (i genitori convivono da compagni e i gay reclamano il matrimonio con i figli!) e con la dilagante moda di tendenze bestiali (percing e tatuaggi) stiamo, purtroppo, andando a ritroso.
Dal momento che “non è mai troppo tardi” (trasmissione televisiva di successo internazionale), l'educazione morale, bene trasmessa in famiglia, insegnata a scuola e ribadita dai medici di famiglia (l'Italia sarà la novella arca di Noè!), finalmente ci convincerà che il principio primordiale (l'archè), la potenza vitale degli esseri viventi, è il fuoco dell'amore (sognarlo, agognarlo e poi materializzarlo), presidiato dal bene (l'etica con i suoi valori morali) e stimolato dal bello (con la luce della coscienza si ottimizza l'estetica), che ci farà diventare delle vere anime viventi (il divenire culturale ci porterà al genoma eccelso!).
In tal modo trasformeremo la Terra (con l'umanità a rispecchiare l'immagine divina) nel paradiso terrestre sotto la protezione (finalmente visibile) della luce del Sole Universale (arco riflesso illuminato): i confini dell'anima (mio caro Eraclito) si possono percorrere, conoscendo se stessi, per contemplare il Logos, la Ragione, il Motore immutabile (e non immobile, caro Aristotele), il Padre nostro che è la Verità assoluta della vita, a Cui l'umanità sta tanto a cuore perché sua infinitesima propaggine.