Dio il Signore formò l'uomo dalla polvere umida (TERRA+ACQUA), gli soffiò nelle narici un alito vitale (carica spirituale, l'attuale energia oscura e in archè=FUOCO+ARIA) e l'uomo divenne un' anima vivente, a sua immagine e somiglianza, dalla cellula primordiale o spirituale (pensiero-amore-coscienza) del suo Creatore.
La filosofia, bene analizzando, con le magistrali triadi (di maestro in allievo) dei filosofi naturalisti (Talete, Anassimandro e Anassimene) e spiritualisti (Socrate/coscienza, Platone/amore e Aristotele/mente eccelsa) ci riporta alla divina creazione e con Empedocle centra in pieno i quattro elementi (terra, acqua, fuoco e aria) creativi presenti nella miscela umana.
Fu Talete, primo filosofo della storia occidentale e padre della scienza, ad introdurre l'archè (il principio materiale di tutte le cose) che per lui era l'ACQUA, mentre per Anassimandro (l'inventore della carta geografica) era l'apeiron (l'indefinito in forma di big bang o di spirito infinito?) e per Anassimene era l'ARIA.
Filosofia a sé, con il suo archè rappresentato dal FUOCO, fa Eraclito che coniò per primo anche il concetto di anima (psichè) come dimensione diversa dal corpo, indagando finanche su di essa: i confini dell'anima non li potrai mai trovare, per quanto tu percorra le sue vie; così profondo è il suo logos-ragione.
Se con la triade dei naturalisti si può risalire alla strabiliante miscela umana, nella triade dei filosofi spiritualisti, invece, mirabilmente si cela la cellula spirituale del nostro Creatore, a partire dalla luce della coscienza, presente nel nostro io profondo (il gnothi sautòn di Socrate), nucleo centrale di una fantomatica cellula spirituale dove l'amore di Platone fa da citoplasma e la mente (pensiero) eccelsa di Aristotele da membrana esterna.
Proprio questa cellula primordiale, a mò di neurone per il sistema nervoso (la materia grigia secerne il pensiero attraverso i neurotrasmettitori), rappresenta la matrice della nostra anima (il sistema spirituale distilla l'amore attraverso i mediatori sentimentali), vero fantasma corporale in veste di candido lenzuolo.
Tra queste 2 mirabili triadi (trama filosofica di celeste regia) si interpongono i filosofi pluralisti (nulla si crea e tutto si trasforma) a suggerirci, a loro volta, i tre regni presenti in natura e da qui gli atomi di Democrito ci riportano al regno minerale, i semi di Anassagora a quello vegetale e, infine, le 4 radici o elementi (terra, acqua, aria, fuoco) di Empedocle al regno animale.
Questo filosofo, anche poeta e scrittore, parlando di elementi in miscela fu considerato il padre della chimica, mentre il padre della medicina (Ippocrate), sempre partendo da questi quattro elementi, definì gli umori organici distinguendo il sangue (aria, elemento caldo dal cuore), la linfa o flegma (acqua, elemento freddo dal cervello), la bile gialla (fuoco, elemento secco prodotto dal fegato) e la bile nera (terra, elemento umido prodotto dalla milza).
Passando adesso dalla filosofia alla medicina (per Aristotele erano strettamente correlate) la salute era in relazione alla giusta miscela o rapporto di questi quattro elementi da cui, prevalendo l'uno sull'altro, potevano esitare quattro temperamenti diversi, differenziabili sul piano psicologico in sanguigno (focoso), flemmatico (riflessivo), collerico (iroso) e melanconico (ansioso).
Dagli umori agli spiriti, sempre tematica medico-filosofica, ecco la illuminante figura di Galeno (siamo ai livelli eccelsi di Aristotele) a rappresentare la medicina per più di un millennio e a far da testimone alla fede in un singolo Creatore.
Chissà poi perché tante menti eccelse da Newton a Cartesio, da Kant a Einstein, da Dante a Pascal (invitava a scommettere sull'esistenza di Dio) e, con il suo quinto elemento (etere eterno e immutabile, attuale quintessenza dell'energia oscura), finanche Aristotele testimoniano (con umiltà e senza vergogna) la loro cieca fede (eccelsa cultura) in una Mente Suprema!