Dall'azoto (aria) al carbonio (terra), elementi principali (spirito a parte) della miscela umana, fu Empedocle a riportare l'origine di tutte le cose alla mescolanza di 4 elementi o meglio radici primordiali (aria, terra, acqua, fuoco) tenute insieme dall'amore (l'arciere della vita) e disgregate dall'odio (l'artefice della morte). Sicuramente Empedocle con la mescola di queste 4 radici, anche passaggi di stato della materia (aria/aeriforme, terra/solido, acqua/liquido, fuoco/plasma), non si discosta dal vero se, in tema biblico, Dio il Signore formò l'uomo dalla polvere umida, terra (apeiron/eperu di Anassimandro) più acqua (l'archè di Talete), soffiando nelle sue narici un alito vitale (l'aria di Anassimene e il fuoco di Eraclito), energia spirituale per cuocere ed amalgamare la sua miscela creativa di spirito e materia.
Dopo questo cocktail scientifico filosofico ecco pure la consueta sintesi per fini mnemonici con “le note filosofiche”, “la vita in sintesi” e, in tema biblico (sperando di non esser blasfemo), “l'arte suprema”:
Le note filosofiche
Con il pensiero vigile (Cartesio)
inizia il razionale (Hegel)
ma la ragion pura (Kant)
è intellettuale (Aristotele)
con la morale (Socrate)
il suo ideale (Platone).
Il divenire è reale (Eraclito)
ma solo l'essere è immortale (Parmenide)
nell'Unità originale (Pitagora)
lungi dalla verità verbale (Protagora).
Dagli atomi ecco il minerale (Democrito)
indi i semi per il vegetale (Anassagora)
e con le radici naturali
(Talete, Anassimandro e Anassimene)
finanche l'animale (Empedocle).
L'alito vitale
illuminò l'animale
con la coscienza morale
e la luce spirituale
sublimò l'amore filiale
a immagine divina.
La vita in sintesi
La vita terrena originò
a bagnomaria sul brodo
primordiale e da sei elementi
in cottura sulla fiammella solare
si pervenne all'unità cellulare.
Il carbonio formò la mappatura,
l'azoto disegnò l'architettura,
il fosforo tramò l'impalcatura
e lo zolfo stabilizzò la struttura
sull'acqua con ponti disolfuro.
Dal minerale al vegetale
l'animale ritornò al naturale
con la sepoltura e nella madre
terra vi rimase l'ossatura
ma è tempo di rinascere
come splendida creatura.
L'arte suprema
Il primo giorno dell'atto creativo
sul buio delle tenebre dell'abisso,
con la materia informe vagante al caso,
il Supremo Sol profferì sia luce
e luce fu in questo immenso caos.
Nel secondo giorno creativo
l'Eccelso Fattor separò la distesa
celeste dall'azzurro marino
donde emerse l'asciutto
della crosta terreste e così
con cieli e mari fu terzo giorno.
Con le erbe a far semenza originò la vita vegetativa e, con prati verdeggianti, alberi fruttificanti, fiori variopinti dai profumi inebrianti, d'emblée fu vegetazione lussureggiante.
Nel quarto giorno il Supremo Autor
dipinse il firmamento con la luna
e tante stelle e alla maggiore
ordinò di presiedere al giorno
e di scandire il tempo negli anni
con l'alternanza delle stagioni.
Al tiepido calor dei raggi solari, di poi, all'alba del quinto giorno vide luce anche la vita animale con schiere di pesci sfavillanti nei riverberi marini delle acque cristalline e, con volo pindarico, dal blu marino all'azzurrino ecco stormi di uccelli dalle piume colorate a volteggiar nei cieli con l'armonia e la sinfonia delle loro dolci melodie. Siam così giunti al sesto giorno e, dopo mare e cielo, anche la terra si animò di ogni specie di animali dai rettili striscianti ai ruminanti, dal lupo ululante alla pecora belante fino al pianto dell'asino ragliante.
Il Supremo Amor infin
a sigillo della sua arte suprema
formò l'uomo dalla polvere della terra,
gli soffiò nelle narici un alito vitale
e l'uomo divenne un'anima vivente
a sua immagine e somiglianza.
Ultimato l'atto creativo,
il Creatore si riposò,
benedisse il settimo giorno
e lo santificò dopo tante mirabilia.
Vi confido che l'eclettismo di questa scrittura con veri voli pindarici tra filosofia, scienza e poesia deriva dalla mia solita mania (disturbo bipolare) di educare sull'esempio di Lucrezio (mellis dulci flavoque liquore) con il motto di Orazio (miscere utile dulci). Sarò pure pazzo ma il vizio di educare mi deriva dal diritto di primogenitura se, a soli 23 anni, morto mio padre per cirrosi psicosomatica (dopo ve ne darò conto e ragione) e con mia madre encefalopatica (cirrosi criptogenetica), mi ritrovai in veste di capo famiglia.