La boccata ispiratrice

 
Il pensier di donna
è l'idea del bello
e a me ormai basta
la sua dolce vision.
Sarò diventato matto
ma non importa,
da tempo il mio spirito
sempre più si compiace
se la materia tace
e mi regala così
dei sensi la pace.
L'affanno mi prende
sol quando la mente
va in asfissia
per mancata vision
e allor qui io cerco
almeno d'incrociarla,
ma l'ingrata donna,
altro che musa,
mi mostra gli artigli
e dinanzi mi appare
come una vera arpia,
mentre io anelavo solo
a una boccata ispiratrice,
mia aura rigeneratrice.
Pertanto si turba,
quasi si disturba
e irritata, ma con il fascino
della sua dolce melodia,
mi dice...lasciami in pace
ed io...a chi lo dici
se ormai la notte
io non dormo più.
Nella tua conturbante
e poliedrica vision
un dì m'apparisti
da Venere latina,
poi d'incanto sei passata
a Sirena marina
ed ora sei diventata
la mia Musa divina
che mi costringe a rimare
su onde cristalline
per farsi infin ritrovare
dolce Poesia.
Ti confido, però, adesso,
di esser soltanto
un povero mortale,
da tempo prigioniero
di uno spirito alato,
che si è innamorato
della tua limpida luce,
mentre a me la carne
ancora tanto piace
e mai mi fa vivere
in santa pace.
Questo spirito, invece,
è solo clandestino,
davver tanto birichino,
sempre più invadente
e talor prepotente
che sa scrivere versi
che neanche mi sogno.
Allora, dolce Poesia,
sono io a pregarti
di lasciarmi in pace,
fammi dormir la notte
se non vuoi incorrere,
proprio Tu,
nell'infamante accusa
di stalking mentale
ed essere condannata
alla mia eterna visione
dove necessita davvero
tanta sopportazione.
A questa dura pena
perfin mia moglie sfuggì
in un dì infausto
ma era ormai esausta.
 
 
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